“Sono trascorsi 30 anni dal giorno in cui ammazzarono don Pino Puglisi, il 15 settembre 1993, giorno del suo compleanno. Don Puglisi aveva un “vizio”, quello di togliere dalla strada bambini destinati a essere risucchiati nel mondo mafioso, per togliere ossigeno ai clan”, lo dichiara in una nota la senatrice Vincenza Rando, responsabile legalità, trasparenza e contrasto alle mafie della Segreteria Nazionale del Partito Democratico, che aggiunge: “Don Puglisi era un prete attento all’educazione dei minori, dei giovani. Si batteva per un educare fondato sull’ascolto, più che sulle parole. Un prete “scomodo”, una presenza fatta di denuncia, di condivisione, di incontri. E’ stato – continua Rando – l’espressione di un Chiesa aperta, più vicina ai poveri, più attenta alle questioni sociali.
Ricordo le sue parole “Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche. E i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace”. Di fronte a queste parole – aggiunge la senatrice – i boss lo minacciarono, a più riprese, ma lui non li considerò nemmeno. Il suo ricordo, la sua testimonianza, ci spronano ad alzare lo sguardo, a dotarci di strumenti adeguati e incisivi per perseguire quella giustizia sociale, quell’attenzione e accoglienza dei giovani e quella costruzione di politiche pubbliche che rendono vivi il diritto allo studio, il diritto di crescere in territori belli e accoglienti. Le mafie non trovano spazi se tutti facciamo il nostro dovere e non lasciamo mai soli coloro che hanno il coraggio di denunciarle e combatterle”, conclude la senatrice Rando.


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