“Quella riguardante le scarcerazioni dei boss mafiosi non è una sterile polemica politica, ma una seria preoccupazione per la ricostituzione delle reti malavitose attorno a figure criminali che escono dagli istituti penitenziari. La maxi operazione antimafia di Palermo di qualche giorno fa, con 181 arresti, ha confermato i nostri timori: mafiosi scarcerati hanno lavorato per ricostruire clan disarticolati anni fa dagli arresti.”
Lo ha affermato la senatrice Enza Rando, responsabile della lotta alla mafia nella segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenendo in replica al Sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove durante la discussione sulle interrogazioni in Aula.
“È vero che abbiamo la migliore legislazione antimafia al mondo, ma non possiamo dimenticarci che essa è stata scritta col sangue: se ce ne vantiamo in sedi internazionali, poi dobbiamo essere coerenti nel non indebolirla! Dobbiamo ascoltare la richiesta di aiuto che arriva dagli inquirenti, dalla magistratura e dalle procure: troppe modifiche normative rischiano di indebolire la lotta alla mafia. Penso alle leggi sulle intercettazioni, all’abolizione dell’abuso d’ufficio e alla mancanza di un adeguato monitoraggio sui provvedimenti dei tribunali di sorveglianza relativi ai boss. Non esiste una banca dati, il sistema non funziona, e ancora non c’è una lista delle scarcerazioni concesse ai mafiosi” ha continuato Rando.
“È necessario invertire la rotta e finanziare adeguatamente il sistema giudiziario, partendo dagli uffici in prima linea nella lotta alla mafia. Con l’ultima manovra di bilancio sono stati tagliati 500 milioni al Ministero della Giustizia per il triennio 2025-2027, e solo il 40% delle risorse PNRR per il potenziamento degli organici è stato utilizzato. Non possiamo permetterci ulteriori passi indietro: il contrasto alle organizzazioni criminali passa dalla magistratura efficiente, dall’assunzione di personale e dal rafforzamento degli uffici giudiziari” ha concluso la senatrice PD.