“In questo fine settimana, come forse avranno fatto altri colleghi, ero in Sicilia per le elezioni amministrative. L’eruzione dell’Etna ha stravolto i piani di rientro di tanti di noi. E in tanti siamo stati costretti a spostarci da Catania sull’aeroporto di Palermo. Ecco, colleghi, non vi riporto quale difficoltà abbia potuto rappresentare uno spostamento di questo genere. Quello che vi posso garantire è che quello che dovrebbe essere il più semplice dei tragitti si è trasformato, come sappiamo tutti noi siciliani, in un viaggio della speranza.
La vera emergenza, l’urgenza che il governo dovrebbe invocare è quella per colmare un gap enorme come quello dei collegamenti interni della Sicilia.
Invece questo governo propone un decreto sul Ponte sul cui finanziamento non c’è chiarezza. Ora siamo arrivati a 14 miliardi e mezzo ma non si sa da dove verranno questi soldi.
Ho letto e ascoltato, anche in quest’aula, le ragioni che vi spingono ad essere favorevoli a quest’opera: si va dalla riduzione dei tempi per i pendolari, all’attrazione per i turisti, fino al rilancio del commercio per il trasporto delle merci. Ma mi chiedo: ma ci credete davvero a quello che dite?
Oggi un pendolare per attraversare lo Stretto impiega 25 minuti. Per come state prevedendo l’opera, quello stesso pendolare sarà costretto a prendere l’auto e, siccome la tratta prevista non è così diretta (per usare un eufemismo), quello stesso pendolare impiegherà quasi il doppio del tempo per attraversare lo stretto! E anche sul traporto delle merci, il traporto navale resta la migliore opzione.
La cura e lo sviluppo per il sud si traduce con più treni per il Meridione, elettrificazione e collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari, ripristinando la possibilità di imbarcarsi sulle navi di qualunque vettore con un unico biglietto.
Ecco perché penso che la vera urgenza stia qui: dobbiamo fare un enorme investimento infrastrutturale sull’alta velocità sia per i collegamenti interni della Sicilia, sia sulla tratta Salerno Reggio Calabria.
E’ così che riavviciniamo il Sud al Nord!
Le grandi opere, purtroppo, sono uno dei terreni principali in cui si cementano i blocchi sociali e si formano e consolidano le borghesie mafiose. Non è una novità. Anche per questo vi dico di fermarvi, siete ancora in tempo”. Così la senatrice del Pd Vincenza Rando nel suo intervento sul Dl Ponte.