«A trentacinque anni dall’omicidio del sostituto procuratore Mario Amato, il nostro dovere è prima di tutto ricordare e onorare un magistrato che ha servito lo Stato con coraggio e determinazione, fino all’estremo sacrificio. Pagò con la vita la scelta di indagare a fondo sull’eversione nera, sulle sue ramificazioni nell’estrema destra neofascista, e sui legami con ambienti criminali e settori deviati delle istituzioni.» Lo dichiara la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità per il Partito Democratico.

«Mario Amato, come il giudice Vittorio Occorsio prima di lui, fu tra i pochi a comprendere la pericolosità del terrorismo nero, spesso sottovalutato, e a cercare – evidenzia la senatrice – una lettura unitaria di quei fenomeni che minacciavano la tenuta democratica del nostro Paese negli anni di piombo. Ricordare oggi Mario Amato non è solo un atto di memoria, ma un gesto politico e civile. Significa – conclude Rando – riaffermare la centralità dell’indipendenza della magistratura, il dovere dello Stato di non lasciare soli i suoi servitori, e il rifiuto di ogni ambiguità nei confronti di pulsioni eversive, vecchie e nuove.»


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