Un nodo scorsoio, che soffoca i lavoratori e le loro famiglie, scaricando i costi aziendali sulle loro spalle
OTTO ORE DI SCIOPERO. E IL SIGILLO DI IRRICEVIBILITÀ DA PARTE DI TUTTE LE FORZE SOCIALI E LE ISTITUZIONI, A PARTIRE DAL SINDACO DI TERNI, PER ARRIVARE AL VICEMINISTRO DE VINCENTI. Queste le reazioni al piano industriale presentato giovedì da Thyssen-Krupp a Palazzo Chigi e Ministero dello Sviluppo Economico per AST, Acciai Speciali Terni. Sono previsti una riduzione di costi di oltre 100 milioni di euro l`anno, 550 licenziamenti e la chiusura di uno dei due forni a caldo entro il 2015/2016, che comporterebbe, di fatto, un raddoppio della cifra tra dipendenti e indotto.
 L`ennesima doccia gelida per una fabbrica che ha 1`80% dei lavoratori sotto i 40 anni e che al momento è il primo produttore italiano (e il secondo in Europa) di acciai speciali.
AST, passata dall`IRI ad acciaieri italiani e poi a Thyssen-Krupp, è stata gestita in modo integrato col territorio e le istituzioni, fino alla prima grande crisi: la chiusura del reparto magnetico nel 2004. La notizia piombò sulla città ed il governo italiano con la stessa durezza di questi giorni. Dopo lunghe trattative, tuttavia, si evitarono licenziamenti feroci e si ottennero 500 milioni di euro di investimenti da parte di TK. A seguire, la vendita a Outokumpu, multinazionale finlandese dell`acciaio. Anche qui non senza colpi di scena: viene ipotizzata un`asse che va da Tornio (Finlandia) a Terni, per diventare competitor mondiali dell`acciaio inossidabile.
Sembra un sogno, ma presto diventa un incubo. Interviene la Commissione Europea che, dopo aver dato l`ok specificando le condizioni di compravendita tra Thyssen e Outokumpu cambia idea. I finlandesi devono quindi disfarsi di AST per evitare di essere multati per posizione dominante nel mercato europeo. Ricomincia la ricerca di un nuovo proprietario.
Passano i mesi e si addensano i dubbi: cordata di fondi di investimento americani? Acciaieri indiani? Cinesi? Italiani? L`8 dicembre la Reuters batte un`agenzia: AST torna nelle mani di Thyssen-Krupp e l`Europa fa un autogol nelle strategie geopolitiche e industriali. Nonostante tutto, la produzione si è attestata al livello di eccellenza mantenendo il suo valore competitivo. Il piano presentato l`altro giorno da Thyssen-Krupp non porta con sé alcuna innovazione, sia sotto il profilo degli investimenti che delle strategia industriali. È solo un nodo scorsoio, che soffocai lavoratori e le loro famiglie, scaricando i costi aziendali sulle loro spalle.
 Ora che presiediamo il semestre europeo, ora che l`Europa in Italia non deve incarnare solo il fiscal compact ma il carburante per le nostre eccellenze industriali, ora che il piano europeo della siderurgia valorizza la produzione di acciai speciali per conquistare i mercati mondiali, ora che la crisi va schiacciata, ora che tocca ai giovani lavoratori, ora che le istituzioni rivogliono conquistare il loro ruolo nella vita dei cittadini, ora più che mai gli interessi comunitari coincidono con quelli nazionali e di Terni: ora, è necessario garantire il futuro di AST.

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