Senatrice Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, la maggioranza rischia sulla riforma proposta dal ministro Cartabia?

«Innanzitutto chiariamo due aspetti. Primo: il Pd non solo condivide i principi e crede in questa riforma della giustizia ma ha anche contribuito a scriverla. Secondo: la nostra coerenza è sempre stata chiara e trasparente. Semmai sono altri, leggasi Lega, ad aver cambiato atteggiamento. La maggioranza rischia? Non credo proprio».

Per i Cinquestelle la questione assume una rilevanza vitale, come una difesa identitaria, anche se l`incontro Draghi-Conte di ieri sembra forse aver aperto uno spiraglio sulla strada del dialogo. Che ne pensa?

«Distinguo, differenze, rigidità si superano se si discute correttamente nel merito dei provvedimenti. Ed è chiaro che i pro- cessi non possono durare all`infinito. Servono risorse, uomini e mezzi. Avremo disponibilità finanziarie per tre miliardi di curo sul comparto giustizia con la possibilità di implementare le piante organiche del personale di cancelleria e dei magistrati».

Teme che le fibrillazioni nel M5s, in particolare l`ala più vicina a Conte e all`ex ministro Bonafede, possano determinare sgambetti in Parlamento?

«Dico che la riforma voluta da Bonafede fu appoggiata dalla Lega in virtù di un baratto all`epoca del governo giallo-verde sul tema della prescrizione. Noi ci siamo impegnati a cambiare quell`assetto introducendo e sostenendo modifiche di assoluta ragionevolezza e coerenza. I processi devono avere tempi certi e ragionevoli a garanzia dei principi dello Stato di diritto. Questa è la riforma della giustizia che ci interessa».

Molti nel M5s ritengono che accorciare i tempi della prescrizione aiuti chi commette reati a farla franca…

«Ripeto, se stiamo al merito le soluzioni si trovano. Quello che va evitato, e questo lo dico a tutti, è agitare la giustizia come un`arma in una guerra politica o come una bandierina ideologica».

Quali sono i principi-cardine irrinunciabili secondo il Pd?

«Tempi ragionevoli per la celebrazione dei processi penali, spingere sui riti alternativi, puntare sulla giustizia riparativa nella quale crediamo molto. Va inoltre conferito un forte impulso alle pene alternative alla detenzione anche per intervenire in maniera concreta contro il sovraffollamento del nostro sistema carcerario».

Il testo è in commissione alla Camera. Che tempi prevede per l`approvazione del provvedimento?

«Auspico entro l`estate».

Ci saranno emendamenti...

«Qualche lieve modifica tecnica ma non verrà smantellato nulla. All`inizio dell`iter per il Pd sarebbe andato benissimo anche il lodo Orlando, ma la soluzione migliore è quella che trova con- divisione nella maggioranza. Su questo la ministra Cartabia è fortemente impegnata».

Ma l`Europa non ci chiede solo una giustizia dai tempi ragionevoli, chiede un riassetto globale dell`intero sistema. Non trova?

«Serve una grande innovazione organizzativa, bisogna implementare la digitalizzazione degli uffici per migliorare nel complesso la qualità dei servizi. Del resto, le diverse performance nei vari distretti di corte di Appello costituiscono la riprova della necessità di intervenire subito».

Poi c`è il nodo Csm…

«Le nostre proposte di riforma del Csm sono molto incisive e vanno ben oltre la semplice modifica dei meccanismi elettorali. Ed inoltre è già pronto un intervento normativo per l`istituzione di un`Alta Corte competente in grado di appello sui provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. Certo, è un ddl di modifica costituzionale ma è la conferma che su questo aspetto l`attenzione del Pd è altissima».


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