“L’arresto del boss Messina Denaro ha messo in luce la necessità di indagare su quali fossero le connessioni e le coperture. In questo senso dobbiamo porre attenzione sul tema dell’utilizzo delle intercettazioni come strumento di ricerca della prova. Notiamo però una continua confusione tra la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni e l’impiego dello strumento. Sulla pubblicazione ci sono stati importanti interventi, ma è una discussione ancora in corso per via dell’avanzamento tecnologico e ovviamente il tema dell’equilibrio tra del diritto all’informazione a salvaguardia della privacy è il tema dei temi. Ma la genericità sul limite all’impiego delle intercettazioni francamente ci preoccupa, anche alla luce delle parole del procuratore nazionale antimafia Melillo, che ha messo esattamente in luce come ci siano una serie di reati strettamente connessi ai reati di mafia e che spesso servono proprio per individuarli”. Lo ha detto in aula a Palazzo Madama la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando intervenendo in occasione della relazione del ministro Nordio sull’amministrazione della Giustizia.