“Sulla vicenda della mancata proroga delle licenze straordinarie per i semiliberi, il Partito democratico aveva fatto richieste precise durante la discussione del cosiddetto decreto rave, tutte inspiegabilmente bocciate. Si trattava di prorogare norme, adottate durante la pandemia, che consentivano ai detenuti in semilibertà o ammessi al lavoro esterno, di non tornare a dormire in carcere. Norme che insieme a quelle che permettono ai detenuti con un fine pena inferiore ai diciotto mesi, con eccezioni legate a particolari tipologie di reato, consentivano di accedere alla detenzione domiciliare. Nel corso dell’ultima audizione del ministro Nordio, pochi giorni fa, abbiamo di nuovo sollecitato delle risposte che non sono arrivate, mentre il ministro ha parlato di generici piani di riadattamento di caserme ad uso carcere. Oggi ci troviamo nella situazione in cui centinaia di persone in semilibertà, nonostante la buona condotta, dovranno tornare in carcere. È questa la concezione che il ministro e il governo hanno della funzione rieducativa della pena e della possibile alternativa all’espiazione in carcere? Registriamo ormai una evidente dissonanza tra parole e fatti”.

 

 

 

Lo dichiara la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando.

 

 

 

 


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