‘Oggi ho inviato a 300 tra decisori politici, associazioni sindacali, associazioni di categoria, operatori portuali e operatori economici del Friuli Venezia Giulia una lettera aperta per richiamare l’attenzione sul faraonico e incomprensibile – se non in ottica campanilistica – progetto di porto off-shore che l’Autorità Portuale di Venezia continua a promuovere e rispetto al quale, in modo del tutto sorprendente, ha appena rinnovato una richiesta di finanziamento pubblico da quasi 100 milioni’. E’ quanto scrive in un comunicato il senatore del Partito democratico Francesco Russo. ‘Insieme a colleghi anche di altre regioni – prosegue Russo – sono determinato a presentare un emendamento alla Legge di Stabilità per dirottare questi 100 milioni verso progetti volti a potenziare e meglio collegare i siti portuali già presenti nell’Alto Adriatico. Allo stesso tempo intendo chiedere al Governo un pronunciamento chiaro su un progetto – quello del Porto off-shore – che non sembra avere in alcun modo le caratteristiche necessarie per diventare una delle scelte strategiche su cui l’Italia dovrebbe investire risorse ingenti. So, però, che la mia azione avrebbe ben altro eco se, come mi auguro, tutti i decisori a livello regionale si unissero a questa battaglia: rispetto ai temi della portualità credo non ci possano e non ci debbano essere divisioni anche perché – ci tengo a sottolinearlo – sono fermamente convinto che l’interesse nazionale, in questo caso, vada di pari passo con quello del Friuli Venezia Giulia’. ‘E siccome negli altri territori davanti alle priorità e alle scelte decisive per il futuro la classe dirigente sa unirsi, la lettera di qualche giorno fa del Presidente Costa né è una dimostrazione lampante – conclude l’esponente pd – mi piacerebbe fosse possibile fare lo stesso anche in Friuli Venezia Giulia. Proprio per evitare che territori portatori di progettualità e potenzialità meno rilevanti delle nostre ma più capaci ed intraprendenti nel difendere i propri interessi tolgano la possibilità alla regione di diventare quel naturale perno di un sistema logistico nazionale d’avanguardia e, più in generale, al complesso portuale integrato dell’Alto Adriatico di competere, a livello internazionale, con i grandi porti del Nord Europa’.

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