“Vi chiedo scusa. Non da esponente di una parte politica ma da parlamentare italiano, rappresentante di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia. Lo faccio perché, ancora una volta, la politica ha preferito mostrare ai propri cittadini il lato peggiore di se stessa”. Lo scrive il senatore del Pd Francesco Russo, eletto a Trieste, in una lettera aperta ai genitori di Giulio, diffusa su Facebook dopo la rimozione dal Municipio di Trieste dello striscione che chiede giustizia.
“Anche la morte di un giovane – prosegue Russo – è diventata teatro di scontro, divisioni, accuse e tentativi di guadagnare visibilità con azioni e dichiarazioni che hanno prodotto unicamente l’effetto di aumentare il dolore di una famiglia che chiede semplicemente, testardamente e giustamente di conoscere la verità. Questo è solamente l’ultimo frutto malato di una stagione di campagna elettorale perenne in cui spesso chi governa si preoccupa di cancellare quello che è stato fatto dai propri predecessori e chi sta all’opposizione guarda con sospetto e diffidenza ad avversari che non sono più interlocutori con cui dialogare, ma nemici da abbattere. E così la politica di ogni colore si allontana dal buonsenso e perde credibilità. Vi scrivo allora per assicurarvi che a Trieste il ricordo di Giulio, l’indignazione per ciò che gli è accaduto e la richiesta di verità e giustizia sono forti e radicati. E non hanno colore politico: in tanti ci siamo vergognati davanti alla scelta di cancellare un segno che ci faceva sentire vicini alla vostra battaglia per la verità. È vero, un lenzuolo giallo non risolverà da solo i misteri legati alla morte di Giulio: per questo fin dalla vostra venuta in Senato abbiamo stimolato e vigilato sul Governo affinché venga compiuta ogni azione utile nei confronti dell’Egitto. Spero davvero che il Sindaco Dipiazza ritorni sui suoi passi e lo faccia rimettere al suo posto. Per ricordarci che non è ancora venuto il momento di abbassare la guardia e di considerare chiusa questa triste pagina. E per ribadire a voi e a tutti gli italiani che Trieste vuole continuare ad essere una città civile e capace di battersi per la verità e la giustizia”.

 

 


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