‘Il presidente Casini nella sua intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera enuncia in maniera corretta il tema dei rischi legati alle nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica ma, paradossalmente, offre una soluzione che, invece di superarli, li amplificherebbe’. E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Francesco Russo, componente della Commissione Affari Costituzionali. ‘Appare decisamente paradossale, infatti, chiedere che il Capo dello Stato rimanga figura terza e non espressione della maggioranza politica pro-tempore e poi immaginare che i cittadini lo eleggano direttamente in caso di stallo fra i grandi elettori – sottolinea l’esponente pd – Se è innegabile che il nuovo ‘squilibrio’ numerico fra deputati e senatori avrebbe come effetto immediato quello di snaturare il ruolo costituzionale del Quirinale, la risposta non può certamente essere quella di introdurre un presidenzialismo di fatto che creerebbe un immediato corto circuito istituzionale fra Presidente della Repubblica e Capo del Governo’. ‘Per questo pare più opportuno lavorare sulla soluzione che sembra al momento più condivisa come quella di conservare un quorum di votanti che spinga a scegliere figure di garanzia e ampiamente condivise. Partire con i due terzi dei grandi elettori come avviene ora e poi prevedere i tre quinti a partire dalla quarta votazione – conclude Russo – facendo scattare solo in caso di stallo la votazione a maggioranza assoluta’.
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