«A beneficiarne i lavoratori con reddito lordo fino a 50mila euro. Imprese e sindacati devono cambiare»
I lavori in aula sull`ultima manovra del governo Renzi sono cominciati in questi giorni. Lo raggiungiamo al telefono di mattina presto, sono gli unici minuti liberi disponibili della giornata, sta correndo proprio a Palazzo Madama. Ci parla di una strada «che non è ancora compiuta, ma finalmente viene imboccata» e di sistemi «che o si trasformano o muoiono». Giorgio Santini, oggi onorevole del Partito democratico, è relatore al Senato dell`ultima legge di Stabilità. Vicentino di nascita, ha un passato da segretario generale aggiunto della Cisl.
Santini, nel 2016 ci sarà il ritorno della detassazione dei premi di produttività. Chi ne potrà beneficiare?
«I beneficiari sono i lavoratori dipendenti con reddito fino a 50mila euro, la detassazione è permessa fino a 2mila euro, 2.500 per le aziende che coinvolgono i lavoratori nell`organizzazione del lavoro. Le novità riguardano poi il welfare aziendale…».
Per cui il datore di lavoro potrà dare una sorta di voucher al dipendente, esentasse. Nei fatti, quali spese e quali cifre si potranno affrontare con questo bonus?
«Occorrerà disciplinare successivamente per decreto ministeriale questi aspetti nel dettaglio, oggi la lista di possibilità è lunga. È previsto che, con quel bonus, si possano pagare aai servizi educativi – come gli asili agli alimentari, ai servizi alla persona. Dipenderà dagli accordi aziendali e territoriali ed è un impianto molto interessante: si va incontro alle esigenze del lavoratore, è un nuovo inizio per il sistema. Poi occorrerà crescere, ci vorrà tempo».
Le risorse per questa manovra ci sono tutte? Qual è il percorso che si vuole intraprendere con queste misure?
 «Sì, le risorse ci sono, sono adeguate. Certo, i margini sono sempre miglioratili, ma questa legge di Stabilità penso sia il primo importante passo su una strada che andrà percorsa con arricchimenti, anche di tipo economico, nei prossimi anni, e con miglioramenti che devono venire da Parlamento, governo, sindacati, imprenditori».
 Dialogo difficile, se non più tardi di venti giorni fa il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha parlato di «schiaffoni» ricevuti da parte del sindacato e di «impossibilità» di portare avanti qualunque trattativa. Cosa accadrà alla contrattazione?
«Proprio per questo le dico che si sta intraprendendo un percorso nuovo. Il sistema delle relazioni industriali o si trasforma o muore. La legge di Stabilità dà la prospettiva di questo cambiamento, puntando sui meccanismi di contrattazione di secondo livello, secondo il principio non della conflittualità, ma della partecipazione. È uno stimolo importante, intanto noi iniziamo. Per migliorare la vita dei lavoratori non servono sfide a braccio di ferro, serve invece un`evoluzione che porti fuori dai vecchi schemi. Il reddito dei lavoratori deve essere migliorato? Certamente, ma legandolo nel concreto a meccanismi come la produttività».
Il disegno di legge prevede lo sgravio contributivo per sostenere il contratto a tutele crescenti, con un limite però del 40 per cento…
«La conferma dello sgravio non era affatto scontata e la misura del 40% è un forte vantaggio per il lavoro. Rimarrà per due anni ancora, un periodo certo non breve. Permette di dare ulteriore spinta alla riduzione di altre forme di lavoro e alla stabilizzazione dei contratti».
Vanno in questa direzione anche le regole sul lavoro agile, il cosiddetto smart working?
«Questo è l`aspetto più rivoluzionario, che si somma al discorso che riguarda le partite Iva, agevolate sui redditi fino a 30mila euro e nei primi 5 anni di attività. Definirei il collegato il Jobs Act del lavoro autonomo. Dà regole certamente generali, ma interessanti soprattutto dal punto di vista delle tutele, a quel lavoro che è dipendente ma che si svolge con spazi e tempi gestiti dal lavoratore stesso. Un lavoratore che da oggi è meno fragile rispetto a quanto lo fosse con un contratto a progetto, che lo tutelava soltanto economicamente».

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