‘Abbiamo lavorato per una soluzione definitiva e strutturale della vicenda Imu agricola e il Governo con il decreto di oggi ha risolto i problemi amministrativi sopravvenuti e tutelato ancora di più coloro che vivono di agricoltura nei territori montani’. Lo dichiara il senatore Francesco Scalia in merito alla questione dell’Imu per i terreni agricoli nei comuni montani.
‘Sul filo di lana, quando mancavano tre giorni alla scadenza del pagamento dell’Imu agricola, il governo – sottolinea Scalia – ha varato in un consiglio dei ministri straordinario un decreto legge che rivede i contestati criteri altimetrici per il pagamento dei comuni montani introdotti con decreto interministeriale il 28 novembre scorso tornando ai ‘vecchi’ parametri Istat. Il decreto torna ad esentare quindi tutti i comuni montani e, nei comuni parzialmente montani, vengono esentati tutti i terreni di proprietà o in affitto a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Questo allarga la platea dei comuni esenti a 3456 (prima erano 1498); 655 sono i comuni parzialmente esenti. Per chi dovrà comunque pagare l’Imu agricola, non rientrando nei parametri di esenzione, il termine di pagamento è stato posticipato al 10 febbraio’.
‘Sul filo di lana, quando mancavano tre giorni alla scadenza del pagamento dell’Imu agricola, il governo – sottolinea Scalia – ha varato in un consiglio dei ministri straordinario un decreto legge che rivede i contestati criteri altimetrici per il pagamento dei comuni montani introdotti con decreto interministeriale il 28 novembre scorso tornando ai ‘vecchi’ parametri Istat. Il decreto torna ad esentare quindi tutti i comuni montani e, nei comuni parzialmente montani, vengono esentati tutti i terreni di proprietà o in affitto a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Questo allarga la platea dei comuni esenti a 3456 (prima erano 1498); 655 sono i comuni parzialmente esenti. Per chi dovrà comunque pagare l’Imu agricola, non rientrando nei parametri di esenzione, il termine di pagamento è stato posticipato al 10 febbraio’.
‘Una soluzione positiva che risolve la controversa questione dell’Imu agricola, tenendo conto delle indicazioni del Parlamento e del territorio e ripristinando, così, criteri più equi e rispettosi della condizione degli agricoltori. La scelta di comprendere nei nuovi criteri anche il 2014 – conclude Scalia – chiude positivamente la vicenda’.