Senatore Alfieri, portavoce nazionale di Base riformista, avrebbe previsto la scissione tra Di Maio e Conte?

«Quando si consumano strappi così profondi ci sono ragioni politiche e personali. Noi del Pd siamo esperti di scissioni. Abbiamo subito quelle di Bersani e di Renzi, ma ora siamo al governo con entrambi».

Temete per il governo?

«La preoccupazione del Pd è tutta lì. La stabilità è fondamentale per il Paese e per la Ue. La testardaggine con cui abbiamo mediato sull`Ucraina lo dimostra».

Se M5s rompe o passa all`appoggio esterno?

«Per ritrovare l`identità ci sono due strade. Uscire dal governo e provare a ricostruire una verginità perduta dall`opposizione o restare al governo e battersi. Per me si incide di più stando al governo e rafforzando l`intesa col Pd. Rompere per i consensi è una scorciatoia».

Nel campo largo Conte e Di Maio pari sono?

«Abbiamo cercato di costruire una condizione di pari dignità
con M5s come con altri soggetti centristi. Per il Pd non ci deve essere un alleato strategico, che escluda gli altri. L`alleanza si farà sui contenuti. Il Pd farà da baricentro».

Troppi partiti di centro tolgono voti al Pd?

«Vedremo, intanto, se cambierà la legge elettorale, al posto dell`attuale, che è pessima. Serve al Paese, sia dopo il taglio dei parlamentari, sia perché questa ti obbliga a formare coalizioni-accozzaglia che si costruiscono solo in negativo. Ne serve una proporzionale. Vedremo se ci saranno le condizioni per farla».

E se nascesse una “Cosa rossa” tra M5s e LeU?

«Uno spazio politico in questo senso c`è. Spero venga coltivato mantenendo la prospettiva di lavoro comune».