“Gli arresti eseguiti questa mattina dalla Dia di Napoli, a conclusione di una indagine sul sistema degli appalti nell’Azienda Ospedaliera di Caserta, segnalano i gravi problemi che riguardano la gestione delle forniture e la prestazione dei servizi nell’ospedale più grande e importante della provincia. Criticità che hanno interessato le gestioni degli anni passati, prima della nomina commissione di accesso e del successivo commissariamento antimafia – spiega – ma che si sono protratte anche durante la fase delle indagini, che avevano imposto discovery pubbliche, e la gestione commissariale straordinaria, che si è conclusa appena qualche mese fa”. Lo afferma la senatrice del Pd Rosaria Capacchione.
“Se ciò che emerge dalla prima lettura degli atti dovesse essere confermato – prosegue – sarebbe indispensabile la prosecuzione della vigilanza sugli appalti, soprattutto dei servizi di mensa, lavanderia e smaltimento dei rifiuti, particolarmente appetiti da camorra e cordate di affaristi. L’Azienda ospedaliera è tornata alla gestione ordinaria ma non si può non ricordare che fino a due anni fa, e per diversi decenni, la sanità pubblica del capoluogo di Caserta è stata controllata – e lo hanno evidenziato proprio le indagini della Dia di Napoli e le sentenze di condanna del primo stralcio della stessa indagine – sia dal gruppo Zagaria del clan dei Casalesi, sia da cordate affaristico-clientelari che avevano base all’interno dello stesso ospedale, condizionandone la corretta gestione. Una situazione insostenibile che impone, appunto, la vigilanza straordinaria – conclude Capacchione – e un particolare e attento controllo sulle procedure di aggiudicazione degli appalti”.


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