Come un novello Dante si è messo in cammino, scendendo negli Inferi della politica. Nell`ambito di Parole in cammino. Il festival dell`italiano e delle lingue d`Italia, in programma a Firenze e organizzato da Massimo Arcangeli, andrà in scena l`11 novembre alla Fondazione Feltrinelli La commedia (infernale) del potere, atto unico ispirato al libro Inferno del parlamentare dem Tommaso Cerno, e da lui interpretato.

Cerno, i potenti possono essere castigati col potere della commedia?

«La mia Commedia è una riscrittura contemporanea in terzine dantesche dell`Inferno. Di Dante, oltre agli endecasillabi, riprendo due cose: la prima è il linguaggio della comunicazione. È Dante che ha ideato Twitter con le terzine, un modo cioè di scrivere semplice finalizzato alle invettive contro i potenti. La seconda è il punto di vista del reo: nel mio Inferno, come in quello dantesco, a parlare sono sempre i condannati che spiegano come sia stata la morale comune a dannarli più che le loro colpe. C`è dunque un approccio garantista verso il presunto reo».

L`Inferno della politica della Terza Repubblica è peggiore di quello dantesco?

«Sì, nella mia Commedia Minosse si rifiuta di mettere i nostri dannati nell`Inferno dantesco perché il nostro Inferno è peggiore. Oggi le colpe sono meno gravi, ma più ipocrite e private del valore del grande peccato».

Lei si sente, come Dante, un uomo di lettere che si è avvicinato alla politica e ne è stato deluso?

«La verità è che, come Dante ha raccontato l`Inferno da infiltrato, anche io ho raccontato il Palazzo vivendolo sotto copertura, quella del ruolo di parlamentare. Io in Parlamento sono un giornalista infiltrato speciale e presto racconterò cosa avviene al suo interno in un libro in uscita per Rizzoli, Il Palazzo».

Nella sua Commedia Andreotti non è più Belzebù ma Virgilio. Voleva riscattarne l`immagine?

«Sì, c`è una riabilitazione assoluta. Andreotti, come Virgilio, sapeva tutto del suo tempo. Ma, a differenza di Virgilio, poteva permettersi di non rispondere a certe domande. Nella mia Commedia Andreotti parla con Pasolini, spiegando cosa intendesse dicendo: “Lui, in fondo, la morte se l`era un po` cercata”. Andreotti voleva solo allontanare l`idea che Pasolini fosse stato vittima di un omicidio politico, orchestrato dalla Dc. Andreotti non parla invece con i politici di oggi, troppo piccoli al suo confronto».

I pm di Tangentopoli in quale girone finiscono? Per contrappasso sono  condannati alle perpetue manette?

«Certo. Nel canto tredicesimo c`è un combattimento di spada, in stile Star Wars, tra Antonio Di Pietro e Bettino Craxi. In questo duello Craxi pone all`altro questa domanda: era meglio l`Italia che tu hai condannato o l`Italia che hai consegnato a una politica che l`ha ridotta ai minimi termini? Dal duello esce vincitore Craxi».

Berlusconi dov`è? Tra i Lussuriosi?

«Berlusconi è l`unico dannato privilegiato che, essendo stato il dominus della Seconda Repubblica, ha la possibilità di spostarsi tra tutti i gironi. Nel V canto c`è invece il personaggio più nobile della Commedia, Ruby Rubacuori, una novella Francesca. Lei pone questa domanda all`Italia: siete sicuri che sia stata io il problema oppure volevate a prescindere far cadere il re Silvio? Lo dice con una purezza che ci rende piccolissimi rispetto a lei».

Draghi invece chi è? È il veltro, cioè il salvatore, l`imperatore Arrigo VII invocato da Dante?

«Lui rischia di essere un po’ Arrigo VII un po’ Bonifacio VIII, il papa che Dante manda all`Inferno. Lo deciderà la storia. Ma, anche se lui fosse Arrigo VII, rischia di essere, come quello, un imperatore che avrebbe potuto essere un salvatore, ma che oggi nessuno ricorda».

I comunisti sono nell`Inferno più profondo?

«Sono insieme a Prodi. Lui, democristiano, figura nel girone degli Illusi, convinti a torto di comandare la sinistra. E si sente un`anomalia rispetto alla sinistra comunista, che è stata grande solo perché non ha avuto il potere, ma anche rispetto alla sinistra di oggi, il Pd, che è al potere anche se non ha mai vinto nulla».

Il girone dei sodomiti nel tuo Inferno è abolito?

«Ci sono da un lato i politici, da Vendola a Zan, che avrebbe dovuto avere il compito di riabilitare definitivamente l`immagine dei gay ma non ci sono riusciti e sono condannati, e dall`altro i grandi poeti e cantanti, da Pasolini a Dalla, che hanno fatto molto di più e vengono graziati. Zan, se non farà attenzione a ergersi a eroe, finirà nel girone dei superbi, convinti di  poter risolvere il problema con una legge raffazzonata».

La Meloni è tra i dannati o i salvati?

«Nel mio Inferno sono i nostalgici del fascismo a ricordare che chi ha sconfitto il fascismo è stata proprio la destra, tornando in Parlamento come forza democratica. La Meloni rientra tra coloro che hanno superato il fascismo, anzi lei è meno a destra di Berlusconi».

Salvini e Giorgetti litigano anche all`Inferno?

«No, perché sono due facce della stessa anima. A venire condannato è il leghismo come tradimento dei popoli: gli stessi che volevano un`Italia separata oggi pretendono che tutto il Paese li voti».

Letta invece?

«Lui è un purgante, nel senso che sta in Purgatorio, per scontare la sua colpa di ignavia, commessa quando non si è giocato la leadership della sinistra, rinunciando a partecipare alle primarie contro Renzi. Quest’ultimo è invece tra i seminatori di discordia. Ma ne esce bene insieme a D’Alema: i due si sono combattuti con valore. Non come quelli che li hanno scaricati, quando loro sono caduti».

I grillini sono tra gli scialacquatori per via del reddito di cittadinanza?

«Beppe Grillo è nel girone dei Pifferai dei popoli. Lui è l`esempio di come le originarie risate che suscitava da comico si siano trasformate per contrappasso in lacrime e fischi. Giuseppe Conte è invece ancora in attesa di giudizio: la sua sorte dipenderà da quale delle due Italie che ha guidato alla fine sarà prevalsa».

Qual è il girone più affollato?

«Non quello dei ladri, che era più pieno nella Prima Repubblica, ma degli ipocriti, visto che l`unica morale della nostra politica è la doppia morale».

C`è un politico che si salva?

«Al momento no. I peccati dei miei dannati non sono contro Dio, ma contro il popolo. E tuttavia ciò non li rende meno gravi».

A chi assegna il ruolo di Beatrice?

«Sofia Loren, la donna che rappresenta l`immagine eterna d`Italia».

E uscimmo a rivedere le stelle o i 5 Stelle?

«Si esce a rivedere le stelle. Dal mio Inferno, a differenza di quello di Dante, almeno se ne viene fuori. È difficile però arrivare in Purgatorio che, per via dei ritardi italiani sugli appalti, non è ancora pronto. Le anime beate invece si dividono tra i santi veri e quelli raccomandati, coloro che appunto avevano santi in Paradiso».

 

 


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