“Le battaglie sui diritti degli animali si ascrivono al più ampio settore delle politiche sociali e ambientali e si fanno trasversalmente, fuori da ogni etichetta. Solo in quel caso riescono ad aggregare”. Lo dice la senatrice del Pd Monica Cirinnà in un’intervista a Repubblica.it commentando l’iniziativa di Michela Brambilla.
“Le auguro la fortuna che merita, ma penso che per fare ambientalismo o animalismo non bisogna stare per forza dietro un leader più o meno appannato come è ormai Berlusconi”.
E aggiunge: “basta tenere un braccio un agnellino a Pasqua per essere immediatamente animalista? O bisogna piuttosto aver partecipato alla liberazione dei beagle di Green Hill come ho fatto io, concorso alla creazione del canile più bello d’Europa quando ero consigliera comunale a Roma, aver fatto nella Capitale il più grande regolamento di tutela degli animali copiato poi in tanti altri comuni italiani?”.
“Se basta un sondaggio per far nascere un nuovo movimento allora possiamo inventarci soggetti politici di ogni tipo. Facciamo il partito degli immigrati, quello si che avrebbe un miliardo di voti. Personalmente fonderei il partito delle mogli dei mariti che russano. Stanotte ho dormito per terra in soggiorno per disperazione”.
E conclude Cirinnà: “Vogliamo fare politiche animaliste? Allora andiamo per strada, sporchiamoci le mani, occupiamoci degli anziani soli che vanno aiutati a prendersi cura dei propri animali”.


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