Caro direttore,
le statistiche diffuse dall`Istat sono impietose: fa impressione apprendere che nell`arco di 8 anni (dal 2008 al 2016) in Italia le nascite siano diminuite di oltre 100 mila unità. Un`emorragia costante per la quale siamo tutti chiamati a fornire risposte in tempi rapidi. Certo, se nel nostro Paese il tasso di natalità in 150 anni è passato dal 10/1000 all`attuale 9/1000 e se il tasso di fecondità, nello stesso periodo, si è più che dimezzato, è evidente che a concorrere non sono state solo cause economiche e sociali. È in atto nel nostro Paese, come in tutto l`Occidente, una mutazione culturale profonda, nel solco dell’individualismo esasperato, che produce una visione a mio parere pericolosissima, secondo la quale i figli non sono più visti come un arricchimento del nostro vissuto e come un`esperienza irripetibile di completamento personale e sociale, ma come una sorta di ostacolo alla propria affermazione. È dunque su questo terreno innanzitutto che va fatto un lavoro profondo e duraturo. Poi naturalmente c’è il tema degli interventi che la politica deve mettere in campo per favorire la natalità e fornire aiuti concreti alle famiglie con figli. Su questo va detto che non siamo all’anno zero: negli ultimi anni il governo di centrosinistra, con Renzi prima e Gentiloni poi, ha messo in campo una serie di misure e di investimenti che non trovano pari nel recente passato: dal bonus bebè – che da quest’anno diventa strutturale -, agli aiuti per gli asili nido, ai voucher per le babysitter, alle detrazioni, al fondo di garanzia per i prestiti alle famiglie con figli che stiamo approvando con la Finanziaria 2018. Misure che si vanno ad aggiungere a quelle messe in campo dalle amministrazioni locali, ed alle detrazioni fiscali già esistenti. Tutto questo ovviamente non basta. Sappiamo che è necessario fare di più. Anche immaginando un sistema integrato, che semplifichi e metta insieme tutto quanto oggi è in campo, articolandolo meglio ed allargandolo ad una più ampia platea di beneficiari, che comprenda dunque anche gli incapienti ed i lavoratori autonomi, fino ad oggi di fatto esclusi dalla maggior parte degli incentivi e dei supporti alla natalità. In questo senso la proposta di allargare gli 80 euro alle famiglie con figli, lanciata da Matteo Renzi alla ultima Leopolda, rappresenta non solo un ulteriore, e a mio parere necessario, stanziamento a vantaggio di chi ha il «coraggio» di fare figli oggi nel nostro Paese, ma può servire anche ad un riassetto complessivo di una materia estremamente articolata, nel solco del disegno di legge che, con un gruppo di Senatori Pd, abbiamo
presentato al Senato, che tanti apprezzamenti ha già ricevuto da esperti ed associazioni che si occupano della materia, e che finalmente va verso l`istituzione dell`assegno unico universale per i figli a carico.
L`iter è già iniziato presso la commissione Finanze, il disegno di legge che in questa legislatura, purtroppo, non potrà essere approvato sarà sicuramente alla base delle nostre politiche per la famiglia, contro la desertificazione delle nascite.


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