“L’aspetto più importante di questa mozione, a cui ho lavorato con convincimento, è l’affermazione dell’intento genocidario dello stupro come ‘arma di guerra’, che in molti contesti viene sottaciuto”. Così la senatrice del Pd Valeria Fedeli intervenendo in Aula sulla mozione sul supporto all’attività della Cpi, con particolare riferimento ai casi di donne vittime di violenza durante le guerre. Secondo Fedeli, “lo stupro, arma di guerra che trasforma il corpo femminile in territorio di conquista con il fine di umiliare e terrorizzare il nemico – prosegue Fedeli –  non può che avere questo intento di sistematica distruzione o modificazione di una specifica comunità di persone, di una specifica popolazione su base nazionale, etnica, razziale, religiosa. Non può che rientrare, di fatto, nella definizione di genocidio internazionalmente riconosciuta. Dobbiamo dunque, e in questo senso la mozione dà il suo contributo, far crescere tale consapevolezza a livello internazionale. Stupro come arma del conflitto, corpo femminile come bottino o territorio di conquista del nemico, crimine contro l’umanità e crimine di guerra, violazione massima del diritto internazionale e dei diritti umani, strumento di genocidio”.


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