«Tre parole: merito, metodo, contesto». La senatrice dem Valeria Fedeli di sindacato se ne intende. Di più: alcuni sostengono che sia una sindacalista imprestata alla politica. Ha avuto ruoli di primissimo piano nella funzione pubblica e nel tessile, per fare solo alcuni esempi. È cresciuta nella Cgil di Luciano Lama, ne ha viste di tutti i colori, è ancora iscritta al sindacato “rosso”. «E – attacca – credo che questo sciopero non appartenga alla storia della Cgil, del sindacato. Per le tre questioni che indicavo all`inizio: di merito, di metodo, di contesto».

Senatrice, ci spieghi.

«Uno sciopero generale non si proclama a cuor leggero. Mai. Perché, se no, le conseguenze le pagano i lavoratori. Cioè chi perde una giornata di stipendio. Non c`è motivo di incrociare le braccia perché si va a una rottura quando si entra nel merito delle questioni. Non condivido il metodo perché si rompe un`unità sindacale essenziale per il Paese. E poi c`è il contesto: abbiamo di fronte una manovra espansiva come da moltissimo tempo non se ne vedevano. E non va bene perché quest`azione di Cgil e Uil matura di fronte a un`occasione formidabile di rilancio dell`economia, il Pnrr».

Uno sciopero che mette in difficoltà il suo Pd?

«Per forza. Abbiamo lavorato duramente per arrivare a certe soluzioni. Che, tra parentesi, non sono ancora chiuse. Letta, Misiani, Orlando hanno impostato tutto il discorso su questioni concrete, hanno cercato senza tentennamenti il dialogo. In un contesto non facile: sappiamo tutti quanto eterogenea sia questa maggioranza. Le assicuro che il lavoro non è stato facile».

La Cisl si sfila.

«Non userei questo verbo. La Cisl fa ciò che avrebbero dovuto fare i sindacati uniti: chiedere soluzioni migliorative. Così si comporterà, il 18, la Cisl».

Preoccupata per l`unità sindacale, vero?

«Ovvio. Anche perché il sindacato quando è unito risolve i problemi cruciali. Basti pensare solo all`emergenza Covid».

Però Cgil e Uil motivano le loro scelte con la chiusura del governo e…

«Un momento. Quali chiusure? Sul fisco? Per piacere, anche in questo caso non si capisce che tipo di maggioranza governa il Paese…».

Lo sciopero potrebbe frenare la ripresa?

«No, non credo proprio. Chi paga è chi si astiene dal lavoro. E questo è gravissimo. Lo sa che le dico? Gli scioperi generali non si fanno per testimonianza. Per questo ribadisco che è una mossa sbagliata politicamente. Che non risolve nulla. Che non segue la storia del sindacato».

Magari ci ripensano…

«Fino a venerdì avrei risposto di sì. Ora ho meno speranze. Sia chiaro e lo scriva: dobbiamo tentare il tutto per tutto. Sino alla fine. Con forza e coraggio».

 

 


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