“Se non ora quando? L’articolo di Walter Veltroni pubblicato oggi sul Corriere della Sera pone la domanda cruciale rispetto all’urgenza di affrontare quelle riforme necessarie a dare stabilità ai governi. Una responsabilità della politica tutta che la larghissima maggioranza a sostegno dell’esecutivo di Mario Draghi rende non eludibile, rispetto alla quale l’unità indicata dal premier non come opzione ma come dovere per il rilancio dell’Italia, rappresenta una opportunità che le forze politiche non possono permettersi di sprecare. Ma c’è anche, nelle parole del primo segretario del Partito Democratico, il senso e le ragioni che nel 2007 portarono alla scelta di dar vita a una forza aperta, plurale, capace di una rappresentanza ampia ma non subalterna a nessuno, sintesi delle principali esperienze riformiste italiane, di storie diverse ma con valori comuni” lo scrive la senatrice Pd Valeria Fedeli. “Un partito a vocazione maggioritaria perno di alleanze credibili, alternativo alla destra e forte della propria identità. Un partito di donne e uomini innanzitutto, fondato sul principio della democrazia paritaria, dell’antifascismo, dell’uguaglianza, della libertà. Il partito del sapere, del lavoro, dell’ambiente, europeista e pacifista. Un partito progressista e radicalmente riformista, femminista, aperto al cambiamento e all’innovazione e in grado di accompagnare il Paese attraverso trasformazioni sempre più veloci e pervasive che generano straordinarie opportunità ma insieme anche il rischio di nuove disuguaglianze. Oggi, con l’inizio dell’esperienza del governo Draghi, si è aperta per il Partito Democratico l’occasione storica di rilanciare la propria funzione nella società, la propria vocazione e identità. Solo così, anche nei prossimi mesi che ci vedranno impegnati al governo e in Parlamento al fianco di forze politiche a noi completamente alternative e distanti per principi, valori, visione del mondo, riusciremo a non disperdere uno straordinario patrimonio politico, sociale, culturale costruito in questi 14 anni, a non perderci e a non perdere di vista chi siamo e quale Paese vogliamo costruire per garantire futuro e benessere alla nuova generazione”.

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