Andrea Marcucci, secondo lei come finirà dopodomani in Senato?

«L`accordo sulla risoluzione sta procedendo senza grossi strappi. Il  premier Draghi a ragione si è intestato i temi della trattativa ed anche quello della de-escalation, che sono propri pure dell`intervento europeo. Quindi di cosa stiamo parlando? Chi vorrebbe distinguersi da cosa lo farebbe? Lo ripeto, la posizione dell`Italia è quella della Ue, e della Nato. Chi si chiama fuori, conosca almeno il contesto e le conseguenze. Che detto fuori dai denti, sono senza appello. Sarei contrario anche ad un`approvazione della risoluzione, per così dire in sordina, per vedere poi il giorno dopo il riemergere di posizioni ambigue nel M5S e nella Lega».

Giuseppe Conte in versione Di Battista è ancora un alleato affidabile per il Partito democratico ?

«Di Battista si considera un nemico giurato del Pd, ne consegue che chi dovesse seguire le sue orme non potrebbe certo ambire ad essere alleato del Pd. Le aggiungo che non credo Conte lo faccia, ma certo ci stiamo confrontando su questioni dirimenti e l`ex presidente del Consiglio non può continuare ad essere così ondivago sull`esecutivo».

A questo punto per voi sarebbe meglio il proporzionale che non vi obbliga all`alleanza?

«Non lo dica a me, è mia la firma sul documento che impegnava la maggioranza di allora a cambiare la legge elettorale, alla nascita del Conte bis. Da allora ad oggi non solo non ho cambiato idea, ma ne sono sempre più convinto. Il mix tra Rosatellum e taglio dei parlamentari è letale per la rappresentatività di molti territori, che saranno esclusi dal prossimo Parlamento».

I 5 Stelle stanno esplodendo tra divisioni e recriminazioni: questo può comportare un problema per il governo?

«Naturalmente sì, se in una delle due parti in discussione, dovesse prevalere una spinta anti Draghi. Ricapitolo i temi fondanti di un`alleanza per me: europeismo, atlantismo, riforme e sostegno al governo».

Marcucci, come giudica le uscite del ministro degli Esteri Luigi Di Maio?

«Apprezzo l`equilibrio e la compostezza che il ministro ha dimostrato in questa fase così difficile. Ho apprezzato tali doti anche durante le giornate convulse del Quirinale. Naturalmente non ho i titoli e neanche la passione per addentrarmi nello scontro interno del M5S, le loro discussioni, lo ammetto, neanche le capisco».

Comunque vada la maggioranza e il governo sono appesi alle decisioni del Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle…

«Partiamo dal risultato elettorale del 2018, il M5S è stato in tutti i governi di questa legislatura, i numeri del suo gruppo parlamentare, nonostante le tante defezioni, sono ancora importanti. Arrivare al 23 è interesse soprattutto dell`Italia per il Pnrr, mi auguro che il senso di responsabilità alla fine prevalga».


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