L`UOMO non ama le vie di mezzo e dice quel che c`è da dire senza tanti giri di parole: «Chi perde deve  accettare il risultato, non schierarsi contro il Pd e il suo leader, punto». Andrea Marcucci, senatore  democratico nonché renziano di lungo corso, è pronto a scavare trincee per bloccare il fuoco amico che arriva da sinista: «L`atteggiamento di chi è uscito sconfitto alle primarie è inaccettabile».
È arrivato il momento di definire un codice di comportamento?
«Mi sembra assurdo perché la lealtà è l`essenza della militanza in un partito, ma a questo punto la riflessione sul tema è diventata obbligatoria».
Quali sono i confini che non si possono oltrepassare?
«Dirimente è appoggiare liste contro il Pd alle elezioni».
Cioè? Chi non sostiene il candidato ufficiale è fuori dal partito?«Si. Tanto più se ci sono state le primarie. Da Roma a Napoli a Milano sembra che l`obiettivo vero sia quello di dare la spallata a Renzi. Presentare un candidato alternativo a quello del proprio partito significa cercare la sconfitta del Pd».
Sospetta un patto tra sinistra Pd, lega e parte di Forza Italia per favorire i candidati M55 alle amministrative?
«La Liguria ci ha insegnato che è un rischio reale. In quella regione, la lista presentata a nome di Cofferati ha assicurato la vittoria di Forza Italia. La frammentazione penalizza il Pd: con lo schema ligure, a giugno vedo tanti possibili alleati di Grillo».
La direzione del 21 marzo servirà per mettere in riga i dissidenti?
Deve ammettere che finora il voto su un documento di maggioranza non è servito a placare i mal di pancia.
«La segreteria valuterà se il documento serve o no. Io credo comunque che sia necessario un chiarimento
definitivo: di sicuro, bisogna fare campagna elettorale insieme, non è possibile che qualcuno si sieda in panchina confidando nella batosta».
Per Renzi non è necessariamente negativa la distanza dalla sinistra dei D`Alema, Bersani, Fassina: c`è un pacchetto di voti in libera uscita a destra, potrebbe tentare il colpaccio.
«Noi abbiamo bisogno della spinta riformista, ma essendo il Pd l`unica seria possibilità di trasformazione del Paese, credo che anche l`ex elettore di centrodestra possa guardare alla nostra proposta, senza per questo alienarci il nostro elettorato storico. Se poi tra questi c`è un nostalgico comunista che non ci voterà più, ce ne faremo una ragione».
Qualcuno sostiene che Renzivoglia buttar fuori l`ala oltranzista.«Renzi non lo ha mai fatto e non lo farà in futuro».
L`anticipazione del congresso potrebbe essere utile per giocare a carte scoperte?
«No. Si anticipa un congresso solo per eventi straordinari. Non mi pare ci siano stati: così, si farà di sicuro prima delle elezioni».
Intanto, la sinistra riformista si riunisce a Perugia.
«Un incontro utile se fanno una riflessione seria: al contrario, se cercano il modo di mettere in difficoltà il segretario, è tempo perso».
A proposito: non pensa che le pnmarie abbiano fatto il loro tempo?«No. Fanno parte del Dna del Pd e sono un meccanismo che collega la scelta dei candidati al corpo elettorale. E un fatto di democrazia, certo bisogna lavorare per perfezionarle. Forse è arrivato il momento di pensare ad una normativa che le regolamenti per tutti».
Obbligando tutti i partiti a farle per legge?
«No, non è detto. Si possono costruire le regole e costringere chi fa le primarie a seguirle».


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