Il libro del senatore dem Marcucci: ddl Zan affossato per colpa di Enrico
Nel Pd ci sono anche i liberali: pochi, ovviamente, e non allineati con Enrico Letta. Il più noto è il toscano Andrea Marcucci, appartenente a una famiglia di imprenditori e capogruppo al Senato sino allo scorso anno, oggi leader dell`opposizione interna. A 57 anni è un veterano del parlamento, dove entrò trent`anni fa, eletto col Pli. È in uscita il suo libro “Io sono liberale”, scritto assieme a Giovanni Lamberti, cronista dell`Agi. Una storia personale e collettiva che attraversa tre repubbliche. Pubblichiamo il capitolo dedicato al ddl Zan.

<Le fibrillazioni alla Camera e al Senato non sono mai mancate. Al di là delle decisioni e del metodo del governo Draghi. Una delle battaglie più dure è sul ddl Zan. La polemica si riaccende a giugno: il Pd, sostenuto da M5S e Leu, insiste sulla necessità di portare nell`aula del Senato, senza modifiche e prima della pausa estiva, il testo della legge contro l`omotransfobia già approvato dalla Camera il 4 novembre 2020. Il centrodestra contesta gli articoli sull`identità di genere e sull`istituzione di una giornata contro l`omofobia da celebrare anche nelle scuole. «La posizione di Letta, il suo dire: “O tutto o niente”, è stata sbagliata. Anche durante le riunioni di gruppo non si è mai detto disponibile a compromessi. Per colpa del suo atteggiamento abbiamo capito subito che la legge non avrebbe mai visto la luce». Lega, Forza Italia e Italia viva propongono un tavolo di maggioranza per cercare un`intesa sui
correttivi da apportare al provvedimento, ma il tentativo fallisce. «Nessun negoziato con Salvini» è la posizione di Letta. «Sarebbe stato necessario fare un passo avanti, concordare poche modifiche per un passaggio veloce a Montecitorio. Si sarebbe mantenuta la struttura della legge. E invece il segretario ha deciso di sventolare la bandierina dei diritti, senza però fare il possibile per ottenere l`ok al ddl Zan». Dopo una guerra combattuta a colpi di emendamenti il provvedimento viene rinviato all`autunno. Il 27 ottobre l`aula del Senato vota a favore dello stop all`esame degli articoli, affondando di fatto il disegno di legge. La “tagliola” passa a scrutinio segreto con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti. «Abbiamo perso un`occasione d`oro per fare un altro salto sul fronte dei diritti civili. Non averci provato fino in fondo, in nome di una posizione ideologica, è stata una grave sconfit- ta per tutta la comunità dei democratici». Nel mirino anche Renzi, non per la tattica di Italia viva, ma per la sua mancata partecipazione al voto finale in quanto impegnato in una conferenza negli Emirati Arabi. «Avrebbe dovuto esserci. Alcuni suoi viaggi sono stati inopportuni, anche se penso che chi fa bene il proprio lavoro di parlamentare e non viola la legge non debba preoccuparsi». Sul ddl Zan si salda l`asse Iv-centrodestra. Un posizionamento comune che si materializza in diverse circostanze in Parlamento, soprattutto in tema di giustizia. «Il Pd spostandosi sempre sul Movimento 5 Stelle ha alimentato la distanza con Iv. E non sempre ha fatto bene. L`area politica centrista, composta da Italia viva e Azione, a mio modo di vedere sarà centrale, dobbiamo fare di tutto per recuperarla».

ANDREA MARCUCCI GIOVANNI LAMBERTI
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