Per Andrea Marcucci, ex capogruppo
dei senatori Pd, lo scrutinio di ieri contiene diversi segnali che dovrebbero spingere entrambi gli schieramenti a puntare subito su un nome condiviso.

Allora senatore, come lelle il terzo scrutinio?

«I voti per Mattarella penso siano
l`ennesimo segnale di gratitudine
per un grande presidente. Ma
non andrei oltre per il momento,
visti i segnali chiarissimi arrivati
nelle scorse settimane dal Colle»

E quelli per Crosetto?

«A parte la rispettabilità della persona, si tratta di un indicatore chiarissimo della difficoltà del
centro-destra di prendere decisioni.
Segnalo anche la ventina di
voti per Giorgetti. Mi chiedo cosa
ci stiano capendo i loro elettori: il
giorno prima il centro-destra vara
una rosa con tre nomi più altri
che si aggiungono ufficiosamente
in serata e il giorno dopo ne spunta ancora un altro. A me pare
un discreto stato confusionale.
Come minimo Fratelli d`Italia ha
voluto far sentire un proprio colpo
di tosse. Ma poiché nessuno
schieramento ha la maggioranza,
io mi auguro che il centro-destra
smetta di fare tattica e si confronti
seriamente con il centro-sinistra`>.

Torniamo allo scrutinio: un`altra
novità sono i 52 voti per Pier
Ferdinando Casini.

«Ho dichiarato in tempi non sospetti
che Casini è un candidato
in possesso di molte di quelle caratteristiche
indispensabili in
questa fase politica di unità nazionale.
Oggi confermerei quelle
dichiarazioni».

Ma quei voti sono una mossa di
qualche parte politica?

«Li leggerei come un segnale che
nasce dal Parlamento. Del resto i
primi a parlarne sono stati i rappresentanti
del gruppo delle Autonomie,
cui Casini è iscritto».

Lei ha appena criticato duramente
le scelte tattiche del centro-destra.
Ma il centro-sinistra
ha qualcosa da rimproverarsi?

«Personalmente non ho apprezzato
alcune prese di posizione dei
5Stelle ma nulla di drammatico.
E` fisiologico che ci siano tensioni
interne nei partiti. Mi permetto
di segnalare che, per una volta,
questi contrasti hanno riguardato
solo marginalmente il Pd».

E come spiega questa pace interna
fra i Dem?

«Intanto il confronto interno. è
stato vero. Poi il Pd, ma più in generale
il centro-sinistra, ha affrontato
la prova del Quirinale
con un senso di realismo a mio
avviso maggiore rispetto al centro-destra.
Siamo consapevoli
che nessuno dei due poli ha la
maggioranza dei Grandi Elettori
e dunque fin dall`inizio ci siamo
battuti per una scelta condivisa.
Del resto, la stessa maggioranza di governo è trasversale. Se abbiamo una maggioranza di salvezza
nazionale come è possibile immaginare
una soluzione di parte per il Colle?».

La Casellati potrebbe rientrare
in questo schema?

 

“Se Salvini dovesse davvero mettere
in campo questo nome senza
un accordo col centro-sinistra
vorrebbe dire che si sta giocando
col fuoco. Non si butta nell`arena
la seconda carica dello Stato per
tatticismo, sapendo che potrebbe
essere sostitutiva del Presidente
della Repubblica nel malaugurato
caso le votazioni superassero
la data del 3 febbraio, quando scade
il mandato di Mattarella.

Vede il rischio di elezioni anticipate?

«Possono essere scongiurate solo
dalla tenuta della maggioranza e
naturalmente dal rafforzamento
del governo Draghi».


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