E’ una voce significativa, quella del capogruppo al Senato Andrea Marcucci, punto di congiunzione tra i Dem e Renzi, cui il senatore fiorentino è assai legato. E infatti la sua posizione anticipa quello che sarebbe il dibattito dentro il Pd nel caso il premier Conte non dovesse farcela a strappare la fiducia.Senatore Marcucci, mettiamola così, che magari i lettori gradiscono: che possibilità ha un governo Conte ter con nuovi ministri?
«Fino all`altro ieri, io sono stato uno dei più accesi fautori di questa soluzione. Una soluzione che Renzi ha fatto svanire, in modo incomprensibile. Detto questo, io sono un “romantico”, spero ancora che Italia Viva si ravveda. Le possibilità sono poche, ma in politica la parola mai non si deve pronunciare».

Il suo partito ha davvero mollato Matteo Renzi?

«Mi sembra esattamente il contrario. Renzi aveva contribuito come il Pd, a dettare una svolta ed un cambiamento del Governo, di una certa importanza. Mi riferisco al Recovery Plan ed anche al patto di legislatura, che finalmente, con un qualche ritardo, Conte è tornato a cavalcare giovedì. Poi nel tardo pomeriggio, Matteo ha deciso lucidamente di azzerare tutti i risultati raggiunti. Anche quelli che aveva ottenuto lui, con la solita caparbietà».

Quindi poco lucidamente, intende dire. C`è però davvero nel Pd questa voglia di immolarsi sull`altare dell`avvocato del popolo Conte?

«Avrei sempre una qualche difficoltà ad immolarmi sull`altare di qualcuno. La politica non deve mai portare ad atti di fede o a atteggiamenti più appropriati negli stadi, che non nelle aule parlamentari. Quindi, no, non mi immolerei neanche per Conte».

Dove ha sbagliato Conte?

«L`errore più rilevante credo che sia quello di aver avviato una verifica all`inizio della legislatura, incontrando anche per la prima volta i leader tutti insieme, e poi di non averla chiusa. Ha lasciato troppo a lungo la situazione a decantare, ed invece serviva un cambio di passo rapido».

Sbaglierebbe dunque il Pd a rifiutare una premiership del governo se Conte dovesse cadere in aula?

«Anche qui, mai dire mai. Non faccio previsioni sul futuro e non mi immolo sull`altare di nessuno, ma garantisco sempre lealtà».

Lei che li conosce, quanti senatori di Iv accetteranno l`invito di Franceschini a votare la fiducia al governo?

«I senatori di Italia Viva, a cui sono legato da un rapporto di sincera amicizia per le tante esperienze politiche comuni del passato, sanno benissimo da chi sono stati candidati per arrivare qui. Per questo sanno benissimo che qui possono tornare in qualsiasi momento. Ma non lo dico per l`oggi, lo dico in assoluto, e lo dico davvero a tutti, a Renzi per primo. Sì ricorderà poi che io sono rimasto fedele all`idea di un Pd largo e maggioritario».


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