“Non può saltare tutto perché Luigi Di Maio « vuole fare il vicepremier, a questo punto, se l`ostacolo è questo, occorre trovare una soluzione». Andrea Marcucci, renzianissimo capogruppo del Pd in Senato, è appena uscito dall`ufficio del premier Conte insieme all`omologo della Camera, Graziano Delrio. La delegazione dem si è incontrata per due ore con quella del M5S. In mezzo il presidente del Consiglio: due ore e passa di discussioni sui punti programmatici. Il tavolo andrà avanti anche nei prossimi giorni, nonostante non sia stata ancora sciolta la casella della squadra, a partire dalla posizione che dovrà avere il leader del Movimento, Luigi Di Maio. Premessa: su questo nel Pd ci sono diverse scuole di pensiero, come sempre. L`area dell`ex rottamatore non è per il muro contro muro, il segretario del Pd, invece, al momento è fermo e non si schioda: il vicepremier va al Pd e comunque il capo dei Cinque stelle non può fare il vice di Conte, che è già spressione dei pentastellati.
Marcucci, Conte era teso visto che sono ore molto complicate con il M5S?
«Posso solo dire che ho visto il premier molto deciso e motivato ad andare avanti. Di una cosa siamo consapevoli».
Ovvero?
«Con gli ultimatum non si va avanti, spero che questa fase sia stata superata»
Ma com`è andata la riunione?
«E` stata un incontro sui programmi, che è ciò che interessa al Pd».
E lei e Delrio siete stati rassicurati su questo?
«Sì, è andato bene».
Ma la visita del premier al Colle, secondo lei quale effetti avrà sulla trattativa di governo: ci sarà un`accelerazione?
«Non entro nel merito di questo incontro, ma un`accelerazione serve e credo che già fosse nelle cose».
Non c`è un tema politico, dopo la tensione con il M5S per le parole ultimative di Di Maio?
«Infatti, c`è bisogno di un chiarimento politico: noi ci aspettiamo che avvenga a breve però sul tavolo di oggi (ieri-ndr) c`erano le questioni programmatiche.
A Conte spetterà poi fare una sintesi».
In poche parole sta dicendo che la matassa giallorossa si dipana solo con un vertice a tre Conte-Zingaretti-Di Maio?
«Credo che sia nelle cose».
E quando ci sarà?
«Mi auguro presto, sarà fondamentale».
Bisogna correre o la maionese impazzisce sempre di più?
«Sì, credo che il premier debba salire al Colle, senza strappi, il prima possibile con la lista dei ministri. Serve una squadra di qualità e occorre fare in fretta».
Ma il problema, come sa benissimo, rimane il ruolo di Di Maio: il capo M5S si è imposto. Vuole fare il vicepremier.
«C`è un dato politico, ne sono consapevole. Ma io sono toscano e molto pragmatico».
E dunque?
«Se lo scoglio è questo: bisogna trovare una soluzione, con responsabilità».
Sta aprendo a Di Maio a vicepremier?
«Non spetta a me deciderlo».
Ma lei entrerà nel governo?
Se lo facesse liberebbe una postazione importante all`area di Zingaretti.
«Il mio è un compito gravoso, come capogruppo, non facile da rimpiazzare».
Giustamente Matteo Renzi è per la teoria delle mani libere, no?
«Ho già scritto la mia posizione
su Facebook pochi giorni fa».
Ovvero?
«Io non farò parte della squadra del nuovo esecutivo- lo dico chiaramente: oggi ancora più di ieri serve stare in Parlamento a presidiare, stimolare e sostenere
la sua azione riformatrice. Da 20 giorni dico che non contano le poltrone, ma contano i programmi».
E adesso dove va?
«Sto andando in Senato».


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