“La relazione del Copasir oggi al nostro esame è un riconoscimento del lavoro svolto, in tema di desecretazioni, dalla Commissione per la Biblioteca e l’Archivio storico del Senato: di ciò sono grato, anche a nome dei miei colleghi Rauti e DoriaIn essa si riconosce anche una linea di indirizzo di politica archivistica, che può e deve essere seguita da tutte le pubbliche amministrazioni che detengono un patrimonio che testimonia la storia del nostro Paese.

Infatti, l’ordine del giorno approvato in sessione di bilancio, pur se impegnativo nei confronti dell’Archivio storico del Senato, impegna allo stesso modo e con più forza il Governo ad uniformarsi alla disciplina del “Codice Urbani”. In altri termini, i carteggi dei ministeri, delle agenzie governative e delle altre pubbliche amministrazioni non sono soltanto tracce del processo decisionale seguito, ma sono anche beni culturali e, come tali, vanno tutelati. Ciò può avvenire da un lato garantendo la loro ordinata conservazione, secondo criteri di inventario archivistico uniformi; dall’altro lato occorre assicurarne la consultabilità a tutti coloro che intendono – scevri da contingenze politiche o interessi dettati dall’attualità – porre mente alla storia del nostro Paese. La regola dei 50 anni è un buon punto di equilibrio: lo ha riconosciuto il competente dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri, in risposta al nostro interpello massivo sul filone Moro della Commissione stragi: ci attendiamo perciò che tale punto di equilibrio sia ugualmente riconosciuto a tutti gli utenti che si rivolgeranno agli archivi pubblici e privati per accedere alle testimonianze della nostra storia nazionale”. Così il senatore del Pd Gianni Marilotti, Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l’Archivio storico del Senato.


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