La nuova sottosegretaria all’Innovazione e alla transizione digitale è la senatrice barlettiana Assumtela Messina, 56 anni, docente di Italiano e Latino, presidente del Pd di Puglia, un passato da atleta, vicina al gruppo di Emiliano.

Si occuperà di transizioni digitale: magari avrebbe preferito la scuola.

“La materia di cui mi occuperò rappresenta una delle sfide più importanti di questo periodo. La dobbiamo affrontare e vincere per proiettare la società verso un futuro più uguale giusto. Lo dico da insegnante: la transizione digitale e quella ecologica potranno segnare il principio di un nuovo mando. Saranno i pilastri su cui fondare lo sviluppo culturale  ed economico del futuro”.

Perchè lo dice da “insegnante”?

“Perchè quella di cui parlo è una sfida che non riguarda solo l’efficienza, la semplificazione. la produzione, la prossimità tra i cittadini e gli uffici dello Stato. Penso che occorra accompagnare e sostenere questa sfida con un approccio umanistico: un nuovo umanesimo per lavorare sul tema della tecnologia e dei diritti umani”.

Vede a rischio i diritti umani?

“Lo sarebbe se non si riducesse il digital  divide . Se non rende disponibile l’accesso  alla tecnologia e alla Rete, metteremmo in discussione l’esercizio dei diritti : cito solo il lavoro e l’istruzione per non dire altro. Dunque si rischierebbe di acuire le disuguaglianze sociali. E’ l’insegnamento che ci deriva dalla drammatica esperienza della pandemia”.

Lavorerà con il ministro  Vittorio Colao, manager internazionale, senza retroterra  politico. Vi intenderete?

Mettere in sinergia  persone che provengono da mondi diversi può essere  un valore aggiunto. Anche la competenza tecnica si alimenta di una visione politica, cioè da uno sguardo profondo sulle questioni e dalla capacità di fornire risposte. Penso sia una sinergia che potrà funzionare, soprattutto perchè il nostro comune intento è dare risposte concrete alle attese degli italiani”.

Teme per l’eterogeneità della maggioranza che regge il governo?

“Il governo nasce da una condizione particolare di sofferenza sanitaria, sociale ed economica. L’eterogeneità è un dato di fatto, ineludibile. Ma penso che consentirà al Pd di lavorare con libertà sulle questioni che ritiene essenziali, In tutte le scelte che faremo, noi del Pd cercheremo di riaffermare la visione e i principi in cui crediamo”.

A proposito del Pd: c’è chi parla di confederazione di comitati che pensano solo a ruoli e candidature.

“Tutta l’Italia sta affrontando di urgenze e difficoltà immani. Il Pd, che è un grande partito,  è chiamato a dare risposte all’altezza della situazione. Siamo in prima linea su questo. Critiche? Difficoltà? Non sono preoccupata per questo, perchè alla fine, la nostra responsabilità si misurerà sulle risposte che riusciremo a dare sulle questioni concrete”.

Giusta la concretezza, ma si deve pure decidere la “linea” , le risposte da dare.

“La chiave è nei nostri valori e nei nostri principi: lotta alle disuguaglianze, parità di genere, l’equilibrio e l’armonia sociale. Si discute? E’ innegabile. La line a si trova nella sede del partito.

Lei è schierata con Emiliano. Teme incomprensioni tra la Regione e il governo, come in passato?

“Il governo Draghi è appena insediato, e prima c’era quello del presidente Conte. Con il quale la Puglia, come tutte le altre regioni, ha avuto rapporti di convergenza e collaborazione. Grazie anche, va detto,  all’opera svolta dal ministro Boccia. Penso che il nuovo governo si apre una stagione nuova. Tutti saremo impegnati a costruire un tessuto di intese e convergenze”.

Sulle scelte di Emiliano sulla scuola,  lei che è insegnante, cosa pensa?

“Da insegnate penso che la scuola vada messa in sicurezza. Le decisioni sulla scuola pugliese sono dettate da dati epidemiologici e dalla preoccupazione dello sviluppo della variante inglese del virus”.

 


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