“Abbiamo condiviso la relazione della
ministra Cartabia, che dimostra il lavoro importante fatto dal
ministero e dal Parlamento, che hanno messo in campo riforme
necessarie. Molto resta da fare, ma le scelte compiute
sull’organizzazione della giustizia e sulle riforme dei processi
civile e penale sono fondamentali perche’ non si limitano a dare
velocita’, ma incidono sulla qualita’ dei procedimenti e del
diritto. L’esperienza di quest’anno dimostra che se si sta al
merito e si esce dalle contrapposizioni ideologiche le riforme
si possono fare, non contro qualcuno ma nell’interesse dei
cittadini e del Paese”. Lo ha detto in Aula Franco Mirabelli,
capogruppo in commissione Giustizia e vicecapogruppo Pd al
Senato.

“Con le riforme varate – ha proseguito
Mirabelli – si comincia a invertire una tendenza e si esce dalla
logica di buttare le chiavi, provando a tornare alla
Costituzione. Al di la’ e oltre la giusta depenalizzazione dei
reati bagattellari, e’ importante che nella pratica si
stabilisca il principio che il carcere non e’ l’unica scelta, ma
esistono le pene alternative, la messa alla prova, le pene
risarcitorie. E’ giusto per recuperare la funzione riabilitativa
della pena. Per proseguire su questa strada servono pero’
ulteriori investimenti, assunzioni, riconoscimento delle
professionalita’”.
“Estendere l’utilizzo delle pene alternative e’ anche la via
maestra per superare l’emergenza della sovrappopolazione
carceraria e credo che sia utile pensare fina da subito a una
proroga oltre il 31 marzo delle misure messe in campo per
ridurre i disagi nelle carceri. Sulla giustizia riparativa
bisogna passare presto dalla teoria alla pratica. Le recenti
sentenze della Corte Costituzionale e delle corti europee
pongono il Parlamento di fronte alla necessita’ di riformare il
41 bis e ergastolo ostativo. Non si tratta e non si puo’ pensare
di indebolire gli strumenti della lotta alla mafia, ma di agire
in uno spazio stretto: lo Stato deve poter riconoscere se
davvero dopo 30 anni di carcere una persona e’ davvero
cambiata”, ha concluso.


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