“Tra i tanti dati presentati dal
Rapporto Istat 2021 mi hanno fortemente colpito quelli –
drammatici – relativi alla partecipazione scolastica durante la
pandemia. Secondo Istat l’88,5 per cento dei bambini tra 6 e 14
anni ha seguito lezioni a distanza via internet, ma solo il 57,6
per cento lo ha fatto tutti i giorni e anche meno quelli che
hanno avuto lezioni con tutti gli insegnanti (47 per cento)”. Lo
scrive su Facebook, Antonio Misiani, della segreteria Pd.

“Un segmento particolarmente critico è costituito dai circa 800
mila bambini fino ai 14 anni per i quali l’emergenza sanitaria ha
compromesso fortemente la continuità didattica: circa 600 mila
non hanno fatto lezioni on line tra marzo e giugno 2020, di
questi quasi la metà non ha avuto neanche assegni di compiti e
156 mila solo qualche volta. Altri 205 mila hanno fatto lezioni
con una parte minoritaria degli insegnanti e con compiti
assegnati solo qualche volta o mai. Secondo quanto riportato dal
Rapporto – prosegue l’esponente dem – la sospensione della
didattica in presenza si associa non solo a ritardi
nell’apprendimento, ma anche a forti difficoltà
emotivo/comportamentali. Per uno studente su quattro è stato
dichiarato un abbassamento del rendimento scolastico e per quasi
uno su tre irritabilità o nervosismo. Un bambino su dieci, ha
presentato disturbi alimentari, o anche del sonno e la paura del
contagio. Nel complesso, quattro su dieci hanno avuto almeno uno
dei problemi appena elencati”.

I “bambini che hanno seguito le lezioni a distanza, anche se non
assiduamente hanno presentato: problemi di concentrazione e
motivazione in quattro casi su dieci, oltre uno su tre ha avuto
difficoltà a seguire le lezioni in autonomia, più di uno su tre
ha avuto problemi di connessione a Internet. A questi si
aggiungono i casi di difficoltà a usare pc, tablet, piattaforme,
meno uno su cinque, o di carenza di attrezzature informatiche
adeguate, uno su sei. Dietro questi numeri (aridi) c’è
l’esclusione di fatto dal diritto all’istruzione di centinaia di
migliaia di bambini e ragazzi, nonostante lo sforzo encomiabile
dei docenti e delle famiglie. E ci sono le pesantissime
conseguenze psicologiche della pandemia su un’intera generazione
di studenti. Tutti questi danni rischiano di diventare
permanenti”, sottolinea.

  1. In “una fase in cui l’emergenza si va allentando e l’economia è
    in ripresa – conclude Misiani – non possiamo permetterci di
    archiviare tutto questo. Garantire la ripresa in presenza del
    prossimo anno scolastico è vitale. Ma è altrettanto importante
    che il nostro Paese si faccia carico fino in fondo anche di
    quello che i nostri ragazzi hanno sofferto, investendo tutto ciò
    che è necessario per aiutarli a recuperare quanto hanno perso”.

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