“Con l’Europa abbiamo sottoscritto un patto preciso. La UE ci ha messo a disposizione una montagna di soldi, oltre 200 miliardi di euro. Noi dal canto nostro con il PNRR siamo impegnati a realizzare una serie di investimenti strategici finanziati con quelle risorse e ad approvare un elenco di riforme, tra cui la legge sulla concorrenza, che sono state scritte nel Piano da noi, dal governo italiano, a partire da quello che da molti anni avevamo previsto nei programmi nazionali di riforma. Per l’Italia la priorità assoluta è che questo patto venga rispettato. Da entrambi i contraenti”. Il responsabile economico del Pd Antonio MISIANI, intervistato da Affaritaliani.it, risponde così alla domanda se sia giusto che l’Europa chieda le riforme all’Italia. Non siamo di fronte a diktat come quelli del 2011 che portarono alla caduta del governo Berlusconi? “Il 2011 non c’entra nulla. Stiamo ai fatti: senza l’Europa e la BCE l’Italia non avrebbe retto l’impatto della pandemia. Next Generation EU rappresenta uno straordinario cambiamento in positivo, rispetto agli anni dell’austerità, e l’interesse dell’Italia è che diventi uno strumento permanente. Nessun diktat, insomma. Semmai, la responsabilità di sfruttare al meglio una opportunità irripetibile”. Salvini ha dichiarato “siamo in grado di governarci da soli”… “Guardi, il punto è un altro. Se durante l’emergenza Covid l’Italia fosse stata governata da Salvini o dalla Meloni, sarebbe letteralmente sprofondata.

– I cosiddetti “sovranisti” sono gli stessi che prima della pandemia omaggiavano Putin e teorizzavano l’Italia fuori dall’euro e lontana dall’Europa. Questa linea ci avrebbe portato a sbattere dritti contro un muro. Oggi che gli italiani se ne sono resi conto, a destra cercano di mettere nel dimenticatoio le fesserie che hanno detto fino a poco tempo fa”. I 200 miliardi del Pnrr non rischiano di fatto di commissariare l’Italia? “Ma per favore…qui il rischio vero è che l’Italia perda i 200 miliardi del Piano per colpa di una destra che si attarda a difendere singole corporazioni alla faccia dell’interesse generale del Paese. Gli investimenti e le riforme del PNRR oggi sono ancora più importanti, di fronte al rischio che l’economia finisca nuovamente in recessione. Invece di polemizzare contro le riforme previste da un Piano che anche loro hanno approvato, i leghisti farebbero molto meglio a spingere per accelerarne l’attuazione”.


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