Nel giorno dell’accordo di massima nella maggioranza sulla riduzione della pressione fiscale, Affaritaliani.it intervista il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico, l’uomo che per Enrico Letta sta seguendo il dossier tasse direttamente al tavolo con il premier Draghi, il ministro Franco e gli altri partiti che sostengono il governo.

Considerando la riformulazione delle nuove aliquote, i vantaggi maggiori saranno per il ceto medio? Una famiglia media, quanto potrebbe avere in più in busta paga al mese?

“La riforma IRPEF concentra tre quarti dello sgravio sui contribuenti del secondo e terzo scaglione, quelli che vengono classificati come ceto medio. Agli scaglioni più elevati, che oggi pagano oltre un terzo dell’IRPEF, andrà meno del dieci per cento dello sgravio complessivo. Per alcune fasce di contribuenti lo sgravio potrebbe arrivare oltre i 700 euro annui”.

Il Pd è d’accordo con l’abolizione dell’Irap per autonomi e micro-imprese?
“Noi avremmo preferito uno sgravio orizzontale, che aiutasse i più piccoli prescindendo dalla loro forma giuridica. L’orientamento prevalente è verso una scelta diversa, che cancella l’IRAP per le sole persone fisiche. Ha dei pro ma anche delle controindicazioni”.

Potrebbe esserci anche un intervento per innalzare il forfait della Flat Tax al 15% per le Partite Iva attualmente fissato a 65mila euro?
“Abbiamo deciso di concentrare le risorse su IRPEF e IRAP. Gli altri temi, compresa la flat tax per le partite IVA, li affronteremo con la delega fiscale”.

Pensa che possa esserci in manovra anche un’ulteriore stanziamento per arginare il caro-bollette?
“Lo abbiamo chiesto anche oggi. Da tempo sollecitiamo un aumento della dotazione di 2 miliardi prevista dal disegno di legge di bilancio. Al tavolo con il ministro abbiamo proposto di destinare innanzitutto al contenimento del caro bollette eventuali spazi finanziari che si dovessero aprire sul 2022”.