“Draghi sarebbe un candidato perfetto per il Quirinale. Certo, è anche un ottimo presidente del Consiglio, ma chi dice che deve restare a Chigi, solo perché ha paura di votare, e poi rende difficile la vita al governo con mille veti e bandierine mi sembra un po’ ipocrita”.

Il senatore del Pd Tommaso Nannicini pronuncia queste frasi di assoluto nitore a due mesi dall`elezione del nuovo presidente della Repubblica. E il tenore dell`argomentare con cui sostiene questa sua posizione, in questo colloquio col Foglio, è un elemento utile per capire le settimane a venire, condite di trame, retroscena, nomi che saranno bruciati anzitempo. 

Ci spieghi, senatore Nannicini: perché il premier dovrebbe traslocare al Quirinale?

“Per una questione di credibilità internazionale, perché si è dimostrato capace di operare una sintesi tra posizioni diverse e dare stabilità istituzionale. E poi anche per una questione politica: se si parte dalla larga coalizione in salsa italiana che sostiene questo esecutivo, i due candidati principali per il Colle sono Mattarella e Draghi. Solo che il capo dello stato ha già manifestato la sua indisponibilità a essere rieletto”.

Un diniego che ha gettato nell`inquietudine pezzi di Pd, convinti che traslare Draghi al Colle sarebbe oggi un innesco a eventuali elezioni anticipate. Quest`effetto domino non la preoccupa?

“Io personalmente – dice Nannicini -, preferirei non tornare al voto, ma la soluzione non è di certo aggrapparsi alla credibilità di Draghi se poi si continua a rendere difficile la vita al governo. Per esempio investendo, come fanno alcuni, su mille conflittualità, complicando i passaggi parlamentari e giocando su maggioranze variabili. Tutte dinamiche che si aggraveranno con l`avvicinarsi alle elezioni. Bisogna avere il coraggio di assumersi delle
responsabilità. E se non si trovasse una quadra ridare la parola agli italiani non sarebbe un dramma”.

E però, non vi accuserebbero di gettare il paese nell’incertezza quando ancora l’emergenza sanitaria occupa le nostre vite?

“In Germania hanno votato e la stabilità lì l’ha garantita la continuità istituzionale”.

Sostiene ancora il parlamentare dem che le tensioni andate accumulandosi in questi mesi stanno man mano rallentando l’operato del governo. Più o meno quanto dice il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, secondo cui l’esecutivo avrebbe perso un po’ di slancio propulsivo.

“Di certo c’è bisogno di un tagliando, visto che il governo era nato con due obiettivi – accelerare la campagna vaccinale e completare la presentazione del Pnrr in Europa -, che è riuscito a centrare. Ora deve ridarsi una missione. Non si può solo dire ‘Draghi resti a Palazzo Chigi’, bisogna avere il coraggio di spiegare per fare cosa. Altrimenti la credibilità del presidente del Consiglio è usata dai partiti come un alibi per continuare a vivacchiare”.

Quanto ha proposto Letta, e cioè un patto di maggioranza a partire dalla legge di Bilancio, potrebbe essere uno strumento utile per legare le due partite, quella del governo e quella della successione di Mattarella.

“Resto convinto – continua infatti Nannicini -, che la proposta di Letta sia quella giusta. E` stato l’unico leader di partito a richiamare tutti sulla necessità di mettere a fuoco l’orizzonte che si deve dare la maggioranza d’ora in avanti. E, altra cosa positiva, evita di partecipare al balletto Draghi sì Draghi no”.

Ed è proprio sulla successione a Palazzo Chigi, in aggiunta, che secondo l’economista della Bocconi, il segretario potrebbe giocare un ruolo di primo piano.

“Lui sostituto di Draghi? Perché no. E` ovvio che in caso di un nuovo governo mi auguro che venga premiato il segretario del mio partito. Così come l`aspirazione per la prossima legislatura per me non è un governo Draghi ma un governo Letta. Ecco perché non mi faccio prendere dall’ansia di riforme elettorali che cristallizzino l’instabilità politica”.

Trova plausibile, chiediamo tornando alla partita parlamentare, l’ipotesi Berlusconi nuovo capo dello stato?

“Credo serva più a preservare l’equilibrio già piuttosto instabile all’interno del centrodestra”, dice a proposito Nannicini. Che sul possibile dietrofront del presidente Mattarella chiede rispetto per una legittima volontà personale. “Sappiamo, com’è stato il caso di Napolitano, che il precipitare improvviso degli eventi può spingere a un ripensamento per senso di responsabilità
nei confronti del paese. E in questo caso c’è anche l’emergenza aggiuntiva della pandemia. Ma mi lasci dire che, come allora, sarebbe l’ennesimo fallimento della politica e di noi parlamentari”.


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