“Scusarsi come ha fatto il ministro Poletti in quest’aula è un atto di forza, per noi la vicenda delle dichiarazioni del titolare del dicastero del Lavoro è chiusa. Per affrontare il tema dei contenuti, invece, serve un’operazione verità: i giovani che rimangono in Italia non hanno meno talento di coloro che se ne vanno, ma in un mondo aperto la ‘fuga dei cervelli’ dovrebbe essere ribattezzata come una grande opportunità. “. Lo ha detto Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, nel suo intervento in Aula dopo l’informativa del ministro del Lavoro, che sottolinea “non è tollerabile, né giustificabile l’attacco che hanno ricevuto il ministro e la sua famiglia, i cittadini hanno bisogno di soluzioni non di un clima di violenza”.

“La storia delle generazioni è cambiata – ha proseguito Parente – quello in cui viviamo è un mondo aperto, i nostri figli hanno il sapere in tasca e ampio accesso alla realtà globale. Specializzarsi e lavorare all’estero va considerata una grande opportunità. Per chi vuole tornare in Italia deve esserci una politica pubblica di sostegno che è stata inserita nella legge di stabilità. La questione è semmai: come offrire a tutti pari accesso al mondo e rendere il nostro Paese attrattivo? A questo risponde in parte il programma Industria 4.0, inserito anch’esso nella legge di stabilità, ma servono misure sostanziose per rafforzare le competenze dei giovani. Ci si può dividere su tutto, ma non sui dati che fotografano la realtà. L’andamento del tasso di occupazione su base annuale indica una stabilizzazione, importante in una fase di crisi. L’aumento della disoccupazione giovanile è dovuto alla diminuzione degli inattivi, perché i giovani tornano a cercare lavoro. Il naturale senso di scoraggiamento e di frustrazione delle ragazze e dei ragazzi si può intercettare solo con la politica attiva del lavoro, che il governo Renzi ha messo in piedi e che sta cominciando a funzionare”.

 

 

 


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