«L`appello di Decaro e la disponibilità di Bonaccini non restino lettera morta: i sindaci entrino tra i Grandi elettori per il Quirinale sin dal prossimo voto». Dario Parrini è il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. Il dem, ex sindaco di Vinci, rilancia la proposta. È il momento di un pressing perché con un atto politico, i governatori facciano spazio ai sindaci come chiesto da Decaro, presidente dell`Anci, l`associazione dei Comuni, e accolto dal presidente dell`Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Per Parrini dovrebbe essere la Conferenza delle Regioni ad affrontare e sciogliere il nodo. «Ma spetta ai leader del centrodestra dare un segnale», dice.

I sindaci dovrebbero entrare tra gli elettori del capo dello Stato?

«L`autonomia dei consigli regionali è intangibile ma di sicuro l`idea di Decaro è innovativa e fattibile».

Innovativa, perché non è mai accaduto?

«Nelle 11 elezioni presidenziali tra il 1955 e il 2015 con la partecipazione di delegati delle Regioni, mai sono mai stati presenti i sindaci. Si è affermata una prassi secondo la quale i tre delegati delle regioni sono il governatore, il presidente del
consiglio regionale e un consigliere regionale di opposizione».

Quindi è il momento?

«È una idea condivisibile perché la presenza anche di alcuni sindaci nel più alto collegio della Repubblica sarebbe un bel segnale istituzionale e politico, un riconoscimento del loro ruolo sociale».

Occorre però una norma ad hoc?

«Per tradurla in pratica basta la volontà politica, non serve nessuna riforma legislativa o costituzionale. L`articolo 83 della Costituzione è limpido: i delegati sono eletti “dai” consigli regionali, non “tra” i componenti dei consigli regionali”. Dovrebbero essere i “governatori” a fare un passo indietro».

Lei fa un appello perché tra i presidenti delle Regioni si trovi un gentlemen agreement e si faccia spazio ad alcuni sindaci?

«Sarebbe corretto che questo problema se lo ponessero in maniera paritetica entrambi gli schieramenti».


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