“La crisi internazionale in atto causata dalla scelta unilaterale russa di dichiarare guerra all’Ucraina dopo l’occupazione delle province del Donbass così come l’intensificarsi del conflitto e dell’emergenza umanitaria e la scelta di contromisure il più possibili unitarie ed efficaci per contrastare Mosca, stanno richiedendo al nostro sistema informativo, e in particolare al Servizio pubblico radio-televisivo, uno sforzo straordinario h 24 per assicurare una copertura dei fatti adeguata alla gravità del momento e un’informazione il più possibile completa, veritiera, imparziale, tempestiva, accurata al fine non soltanto di garantire ai cittadini una informazione oggettiva ma anche di contrastare i fenomeni organizzati di disinformazione avente origini e finalità di destabilizzazione geopolitica” così si legge in una interrogazione del gruppo del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai che sta per essere depositata e che riguarda nello specifico l’intervento del corrispondente da Mosca Marc Innero intervenuto il 26 febbraio a Tg2 Post. “In uno dei suoi interventi – si legge più avanti – Marc Innaro, che interveniva appunto, anche nella presentazione ai telespettatori, come corrispondente RAI dalla Russia e dunque in una veste nella quale non agiva da opinionista, ma da giornalista cui si demandava una cronaca dei fatti, ha sostanzialmente confuso il piano dei fatti da quello delle opinioni, attribuendo, come un fatto acquisito, la responsabilità della guerra in Ucraina all’avanzare della presenza della Nato ad Est provocando in tal modo la reazione della Russia guidata da Putin che, a giudizio del giornalista, sarebbe stata poco capita e rispettata dall’Occidente in questi e negli scorsi anni. Al di là delle libere e legittime opinioni – si legge ancora – che si possono avere sul punto, si tratta appunto di una opinione, che appare peraltro allineata all’attuale propaganda russa, e non di un fatto acquisito. Non a caso, questa opinione ha provocato l’immediata reazione dei
due direttori Rai presenti in studio, Gennaro Sangiuliano del Tg2 e Antonio Di Bella di Intrattenimento Day Time, i quali sono prontamente intervenuti per riequilibrare la versione filorussa di Innaro”. Con l’interrogazione i commissari Dem chiedono a presidente e amministratore delegato “se la Rai non ritiene doveroso, in base al dettato dell’art. 6 del Contratto di Servizio, da parte dei propri corrispondenti garantire, pur in quadro di rispetto del pluralismo, una piena attendibilità e completezza delle informazioni, esplicitando le fonti dei fatti e distinguerli dalle opinioni; se la Rai, per altro verso, non ritenga opportuno avviare una strategia chiara e trasparente sui tempi di rotazione dei propri corrispondenti nelle sedi estere al fine di garantire pari opportunità alle tante professionalità presenti, assicurando così anche attraverso la mobilità interna alla RAI un maggiore pluralismo”.