C’è una forte preoccupazione per il radicamento della criminalità organizzata nella provincia di Venezia e in tutto il Veneto: una presenza pervasiva per l’economia locale, con allarmanti diramazioni verso le amministrazioni pubbliche. Un allarme che cresce pensando agli ingenti investimenti previsti dal PNRR su cui, proprio in Veneto, si potrebbero scatenare appetiti illeciti. È quanto emerso nel corso dell’incontro tra la delegazione dei senatori del Pd, guidata dalla Presidente del gruppo, Simona Malpezzi, e il Prefetto, Vittorio Zappalorto nell’ambito dell’iniziativa “Avvicina. Oltre il Pnrr. Come e perché trasformare disuguaglianze in sviluppo nelle città e nei territori” organizzata dal gruppo dei senatori del PD.

“L’attuale dispositivo della direzione distrettuale antimafia è insufficiente rispetto al pericolo che il Veneto sta correndo. Ragione per la quale o si potenzia o si prevedono nuove sedi sul territorio” questo il commento del senatore di Verona, Vincenzo D’Arienzo.

Ma esiste anche un altro tema decisivo -come sottolineato dal senatore di Venezia, Andrea Ferrazzi: “la prima necessità -infatti- è semplificare le procedure e il numero di decisori in vista di un utilizzo sensato dei fondi del PNRR che sono indispensabili per il rilancio della città di Venezia”.

Il senatore, Alan Ferrari, vicepresidente vicario del gruppo ha segnalato “la necessità di trovare strumenti adeguati per tutelare il commercio nei centri storici delle grandi città d’arte italiane. L’intero sistema commercio, infatti, deve puntare con sempre maggiore convinzione alla qualità e per farlo si deve partire dal territorio anche attraverso gli strumenti urbanistici, evitando di creare nuove aree commerciali per incentivare i centri storici e le piccole medie imprese senza perdere la loro vitalità”.

La senatrice Malpezzi -in conclusione- ha rilevato come “il Covid abbia prodotto problemi di ordine sociale e, soprattutto, tra i più giovani si è diffusa una forte sofferenza che sta sfociando anche in atti di violenza o bullismo sul quale sia il Parlamento che le amministrazioni locali, creando sinergie con le agenzie educative del territorio, stanno provando a intervenire”.

 


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