«Guardo alle cronache degli ultimi giorni: di Matteo Salvini leggo i continui attacchi strumentali alla ministra Luciana Lamorgese, il rifiuto di ospitare i profughi afghani, i distinguo decisamente ambigui sui vaccini. Un commento secco? È imbarazzante. Mi chiedo: è questa la visione di Paese che tanto piace al governatore Michele Emiliano?». Il senatore (autosospeso dal Pd) Dario Stefàno è categorico nel commentare le dichiarazione del presidente della Regione.

Senatore Stefàno, Emiliano ha detto che Salvini «sta cercando di trovare una lettura di questo Paese che sia vicina alle persone». Forse la sinistra non lo sa più fare?

«La sinistra e il centrosinistra sono tali quando sono consapevoli dei propri limiti: ovunque, anche in Puglia. E questo significa anche non strizzare l`occhio ai sindaci di CasaPound o ai negazionisti, che sia per la xylella o per i vaccini, né fare accordi mascherati con la Lega. La situazione a Roma è diversa: il governo Draghi è un esecutivo istituzionale, nato per espressa volontà del capo dello Stato. Le distanze fra Pd e Lega sono evidenti ovunque meno che a Bari dove anche in ambito legislativo qualche volta si va a traino della Lega ignorando addirittura le proteste degli operatori economici».

Che significato politico hanno le dichiarazioni di Emiliano?

«Ormai nulla può più stupire di Emiliano. D`altra parte già lo scorso armo, in campagna elettorale, qualcuno parlò di favori reciproci fra il candidato presidente e la Lega. Le dichiarazioni dei giorni scorsi mi sembrano un ulteriore passo avanti: dove vuole arrivare Emiliano? Qualcuno lo fermerà? Ho rivolto la domanda al segretario Enrico Letta e per il momento ha risposto soltanto Gianni Cuperlo, imbarazzato quanto me dalle strane amicizie del presidente».

Per l`appoggio al sindaco di Nardò, Pippi Mellone, Emiliano si era già attirato attacchi, compresi i suoi. Una vicenda che l`ha addirittura portata ad autosospendersi dal Pd.

«Io ho fatto una domanda e mi aspetto una netta presa di posizione del partito nazionale, a Bari come a Roma. Le dichiarazioni di principio
non bastano più. Emiliano guida una maggioranza con i voti del Pd: non può continuare a muoversi come un uomo solo al comando, mettendo spesso le dita negli occhi ai nostri elettori».

Crede che le parole di Emiliano facciano parte di una strategia elettorale?

«È il suo modo di fare, ammiccante e ambiguo. Una politica che non conosce limiti, a me non piace. Non è più soltanto un problema pugliese, è principalmente un problema nazionale. Il Pd deve far pesare il suo sostegno alla giunta Emiliano o valutare passi indietro. Un presidente di centrosinistra in sintonia con Salvini ha evidenti difficoltà di collocazione. Forse siamo di fronte all`ennesima “operazione simpatia” da parte di un presidente ossessionato dal voler piacere a tutti e a ogni costo, ma chi rifiuta l`accoglienza umanitaria a chi fugge da guerre o carestie resterà sempre “non di sinistra”. Con buona pace di Emiliano».

A Emiliano cosa direbbe?

«L`ho sostenuto lealmente un anno fa, dopo avergli detto apertamente tutte le cose che non mi piacevano nei suoi primi cinque anni di governo regionale. Lo abbiamo fatto perché dovevamo impedire il ritorno delle destre. Non mi pare però sia servito a cambiare le sue modalità di azione: per questo con la mia autosospensione dal Pd ho chiesto al Nazareno di intervenire. Sono ancora qui che attendo, ma mi aspetto pure che il segretario nazionale del Pd trovi tempo e modo per venire a Nardò prima del voto del 3 ottobre».


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