“Cosa si può fare contro i femminicidi? Parlamento e governo stanno facendo molto, le leggi ci sono, le pene sono state inasprite, ma servono ora più formazione di tutti gli operatori, dagli avvocati, ai magistrati ai consulenti per riconoscere la violenza fin dalla sua insorgenza e l’applicazione immediata delle misure cautelari, con l’uso del braccialetto elettronico per farle rispettare. Ieri abbiamo fatto una discussione in Aula al Senato, dove la Lega aveva presentato un emendamento per allentare le misure cautelari, che per fortuna è stato bocciato. L’avvocata Bongiorno sosteneva che la loro proposta non riguardava stalking e reati spia, ma anche lei sa che non è così e che le misure cautelari, dal carcere al divieto di avvicinamento, al divieto di residenza in un determinato comune, sono fondamentali contro la violenza di genere. La valutazione del rischio della pericolosità del soggetto violento deve essere al centro e le donne che denunciano vanno credute”. Lo ha detto la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio, a Che giorno è di Radio1. “Contro la violenza di genere serve una mobilitazione corale delle coscienze – ha continuato Valente – nessuno si deve sentire estraneo. Il 64 per cento delle donne che subisce violenza non lo confessa neanche ad un’amica e più del 50 per cento degli italiani secondo una ricerca dell’Istat del 2019 crede che le donne in qualche modo si vadano a cercare la violenza. Per questo tutti, anche il macellaio, il fruttivendolo, amici e parenti devono sentirsi mobilitati quando sanno che una donna subisce violenza domestica. La cultura si cambia così e con più formazione, per gli operatori ma anche attraverso tutte le agenzie formative, soprattutto le università”.


Ne Parlano