Senatore Zanda, lei che ha una lunga esperienza, ora che succederà?

«Credo che l`Italia pagherà molto molto cara questa giornata politica al Senato. Per tutti i provvedimenti avviati che andranno a decadere, perché senza Draghi il nostro peso in Europa e nel mondo sarà molto ridotto. E questo esito cui abbiamo assistito, che potrebbe provocare le dimissioni di Draghi e lo scioglimento delle Camere, determinerà un rallentamento e uno stop della macchina dello Stato».

Possibile un governo Franco per fare la finanziaria e andare al voto?

«Francamente è una previsione che non mi sento di fare, sono decisioni che può prendere solo il capo dello Stato. Ma questa giornata mostra una debolezza delle nostre istituzioni molto preoccupante. Praticamente il Parlamento si è quasi suicidato, commettendo quello che appare come un crimine politico: far cadere in modo deliberato un governo che era già di emergenza quando è nato, ancor più oggi con la guerra, con i pericoli che incombono nel mondo. La foto di Putin, Erdogan e il presidente iraniano che si tengono per mano è significativa dei rischi che stiamo correndo».

Draghi poteva essere più diplomatico? E stato troppo duro?

«Ho apprezzato la sua chiarezza in un linguaggio politico fatto spesso di sottintesi e non detti. Ma mi è sembrato che volesse raggiungere due obiettivi: ha chiesto il voto di fiducia, per verificare se poteva continuare l`azione di governo, ma anche cercando una garanzia che se il governo fosse rimasto in carica, non sarebbe stato sottoposto a un logoramento pre-elettorale. E quindi ha fatto bene ad essere chiaro».

E ora il Pd che può fare?

«Ora il Pd manterrà la barra dritta. Praticamente siamo stati il gruppo più consistente che ha votare la fiducia al governo Draghi, gran parte del Senato e tre gruppi della maggioranza di governo non ha partecipato al voto, con una decisione di viltà politica. Il governo ha avuto la fiducia ma è una fiducia-sfiducia».

Vi siete intestati Draghi sperando vi serva alle urne questo investimento? Potete spendere il suo nome in campagna elettorale?

«No, escludo e rifiuto questa interpretazione. Considero Draghi la migliore chance del nostro Paese in un momento delicatissimo. Lo abbiamo sostenuto per questo e insistito con gli alleati perché il governo non cadesse. Ma trascinare Draghi in politica, mai».

Dentro il Pd molti vorrebbero mollare Conte e altri no…

«In questa situazione, con questa legge elettorale, le alleanze non possono non avere un carattere tattico. E io ho sempre detto che quella coni 5stelle non poteva essere considerata strategica, ma era un`intesa necessaria per realizzare le nostre e le loro politiche. Succede a destra, dove si presentano assieme due partiti che stavano al governo con uno che stava all`opposizione. E il rapporto dei partiti di centrosinistra deve avere un profilo tattico, pensando come sia meglio presentarsi agli elettori».