
Questa settimana è in discussione, in aula, al Senato, il disegno di legge che, come spiega il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia, ‘contiene norme condivise per dare una risposta moderna ed efficace alla domanda di sicurezza del nostro Paese. I reati gravi saranno realmente colpiti, quelli che da decenni vengono considerati minori saranno invece diversamente trattati con misure amministrative e non penali che garantiranno, in molti casi, maggiore severità. La scelta di depenalizzare il reato di clandestinità, così come previsto dal testo approvato dalla commissione Giustizia è conseguente al fatto che è ormai chiaro a tutti che il suo inasprimento è stata una scelta sbagliata che ha prodotto solo guasti e danni alla serietà del nostro Paese e agli stessi immigrati‘. Sulle stesse posizioni il senatore Luigi Manconi: ‘trovo bizzarro che chi rivendica con fierezza la propria ascendenza socialista e chi evoca come proprio riferimento la dottrina sociale della chiesa, voglia difendere un catorcio reazionario e regressivo come il reato di clandestinità. Si tratta di una fattispecie penale propria di una fase giuridica precedente all’affermazione dello stato di diritto, quella in cui si veniva puniti non per le azioni commesse ma per la propria condizione esistenziale, culturale o sociale‘. Un provvedimento che tocca da vicino anche la vergognosa situazione carceraria del nostro Paese più volte contestata dall’Europa e dal Presidente della Repubblica. Come ha spiegato il relatore, Felice Casson, ‘è un bene che il Parlamento intervenga a monte introducendo una depenalizzazione dei reati e un migliore utilizzo delle pene detentive non carcerarie e della messa alla prova. E’ una prima importante pietra che viene inserita nel sistema per cercare di superare i problemi e le tensioni determinati, da una parte, da un sistema processuale che funziona male e, dall’altra, da una vergognosa situazione carceraria. La struttura del disegno di legge interviene sulle pene detentive non carcerarie, su una riforma del sistema delle pene e sulla trasformazione in illeciti amministrativi delle contravvenzioni punite con la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda‘.
Ma, proprio mentre in Aula, al Senato, si discute di un provvedimento così importante, che certamente tocca il tema del contrasto alla discriminazione razziale, il quotidiano leghista ‘La Padania’ pubblica una rubrica fissa contenente gli appuntamenti del ministro Kyenge. ‘Una decisione gravissima, ai limiti dell’intimidazione‘ affermano i senatori Mauro Del Barba e Roberto Cociancich ‘la Lega deve intervenire: le manifestazioni di piazza organizzate non a caso a braccetto con Forza Nuova stanno degenerando contro il ministro è in atto una polemica che non esistiamo a definire di stampo razzista‘. Dello stesso avviso la presidente della commissione affari costituzionale di Palazzo Madama, Anna Finocchiaro che spiega: ‘il presidente del gruppo della Lega al Senato Massimo Bitonci ha infarcito il suo intervento in aula sul ddl in materia di messa alla prova di ingiurie razziste e sessiste contro la ministra Kyenge e anche contro Livia Turco. E’ chiaro che i leghisti non trovano argomenti migliori delle ingiurie per sostenere tesi anacronistiche e senza capo né coda sull’immigrazione e sulla sicurezza nel nostro Paese’.
‘Le prese di posizione dei vari esponenti leghisti, quando parlano di ‘ministro alla negritudine‘, – prosegue la senatrice Rosa Maria Di Giorgi – rappresentano vergognose incrostazioni di un passato ormai tumulato e condannato anche dagli elettori. Forse i padani sono convinti di vivere sul set di film come ‘Mississippi Burning’ e ‘The butler’. Il Pd, con il suo segretario Matteo Renzi, vive nella quotidianità e ha già posto fra i suoi obiettivi primari l’introduzione dello ‘ius soli’ e una normativa seria sull’immigrazione, cancellando la vergogna del reato di clandestinità‘.
Intimidaziononi inaccettabili che proseguono giorno dopo giorno. ‘Ieri un giornale nazionale pubblicava gli appuntamenti di Kyenge e questa mattina – afferma la vice presidente del senato Valeria Fedeli – si sospettava di una lettera indirizzata a Palazzo Chigi anche se per fortuna l’allarme sembra rientrato. Si tratta di atti di violenza frutto di un clima di intolleranza, di razzismo e sessismo che in questi giorni si è fatto sempre più pesante e pericoloso un clima e un atteggiamento di discriminazione che io non credo rispettino il vero sentimento degli italiani e che nulla hanno a che fare con un paese civile e democratico‘.
E Claudio Martini, vice presidente del gruppo Pd al Senato aggiunge: ‘Cecile Kyenge costituisce, per la sua stessa presenza nel governo Letta, la prova concreta dell’anacronismo delle concezioni della Lega sull’immigrazione, sull’integrazione e sulla stessa società italiana, che è da tempo aperta e multiculturale. Alla Lega, che tanto oggi si agita, chiediamo rispetto per le istituzioni e i suoi rappresentanti e per i principi fondamentali della nostra Costituzione‘.
‘Il partito di Salvini– conclude il senatore Mario Morgoni – guardava volentieri fuori dai confini nazionali: per l’istruzione in Albania, per il business in Tanzania. Oggi per contrastare il crollo dei consensi, tornano ad un razzismo fuori dal tempo. Quando però si incitano le persone, e si indicano bersagli come succede con le rubriche della Padania, si esce dal dibattito politico e si entra in un campo minato. E’ necessario vigilare‘.