Interrogazione dem a Giorgetti

La Corte dei Conti nella sua Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2023 presentata il 27 giugno 2024, ha certificato quello che da tempo sosteniamo: lo Stato non fa abbastanza nella lotta all’evasione. Continua ad esserci una parte, prevalente, di contribuenti che con la loro fedeltà allo Stato garantisce il flusso di entrate che derivano dal pagamento dei tributi. Ma continua ad esistere una parte di contribuenti che riesce ad evitare di pagare le tasse, anche quando viene richiamata dallo Stato ai propri doveri. In molti preferiscono non rispondere alle verifiche e vedersi recapitare una iscrizione a ruolo nella speranza poi di vedersela rottamare. Infatti solo al 20 % degli avvisi bonari viene risposto positivamente. La maggioranza dei richiamati preferisce sperare in una prossima scadenza che porti verso la prossima rottamazione. E’ il risultato della ‘pace fiscale’ invocata da Salvini e praticata dal governo Meloni. Invece di aggredire l’evasione la si ‘coccola’ con promesse di condoni e concordati con il risultato concreto, purtroppo, che le entrate fiscali diminuiscono. Il tutto, sempre secondo la Corte, accompagnato da una diminuzione dei controlli e degli accertamenti, diminuiti lo scorso anno del 7,5 % rispetto al 2022.
Per avere chiarimenti ulteriori, anche in vista della prossima ‘manovra’ ho presentato una interrogazione al Ministro dell’Economia con la quale chiedo ‘di sapere, alla luce delle risultanze della Relazione della Corte dei Conti, quali misure urgenti intenda adottare, in considerazione della preoccupante situazione dei conti pubblici e in vista dell’impegnativa predisposizione della prossima manovra di bilancio per l’anno 2025, per porre rimedio alle criticità evidenziate in materia di mancate entrate registrate a seguito delle dichiarazioni ai fini dell’imposte sui redditi, dell’IRAP e dell’IVA e dell’invio degli “avvisi bonari” ai contribuenti, nonché in materia di riscossione delle imposte oggetto di attività di accertamento dell’amministrazione finanziaria;
se non ritenga che i reiterati annunci di “pace fiscale”, l’adozione ripetuta di strumenti di “definizione agevolata” per gli atti di riscossione di somme non versate all’erario dai contribuenti e, da ultimo, il concordato biennale preventivo di cui al decreto legislativo 12 febbraio 2024, n. 13, rappresentino, nel loro complesso, un incentivo per i contribuenti a non aderire spontaneamente alle comunicazioni di irregolarità inviate dall’Agenzia delle Entrate a seguito del mancato pagamento delle imposte autoliquidate;
quali siano le misure che il Governo intende adottare, e in che tempi, al fine di contrastare con maggiore efficacia l’evasione fiscale e contributiva e l’economia sommersa e quante risorse abbia stimato di recuperare da tali attività, già a partire dall’anno in corso e in vista della prossima legge di bilancio, al fine di sostenere le famiglie, a partire da quelle con i redditi più bassi, e le imprese;
se, a fronte delle problematiche esposte in premessa, intenda abbandonare ogni percorso normativo che conduca a qualsiasi forma di condono, sanatoria o definizione agevolata, già a partire dalla prossima legge di bilancio e nei provvedimenti ad essa collegati, nonché nell’attuazione della delega di “Riforma fiscale”, evidenziando per tale via una chiara presa di posizione a difesa della funzione sociale del fisco’”. Così la senatrice Cristina Tajani, capogruppo Pd in commissione Finanze e Tesoro a Palazzo Madama.


Ne Parlano