“Il provvedimento affonda le sue origini in un percorso serio iniziato nella scorsa legislatura ma che ha subito interventi che fanno intravedere luci ma anche pesanti ombre. Elementi critici che spingono il Pd all’astensione. Nella passata legislatura si scrisse il libro Verde, dal quale sono stati mutuati punti importanti come la dematerializzazione delle quote per le Pmi, la possibilità di accedere al mercato dei capitali e l’educazione finanziaria. Però, al tempo stesso, sono stati aggiunti articoli controversi, come nel caso dell’art 12 che introduce un meccanismo farraginoso per la votazione della lista dei Cda. La stessa stampa finanziaria internazionale ha mosso rilievi di non poco conto denunciando, come rilevato da noi, il carattere disorganico di numerose misure. Vi è poi un tema di natura più politica ma di grande rilevanza perché il testo contiene modifiche che diverranno attuative con una delega al Governo. Ad oggi però è sconosciuto l’orientamento del Governo sulla riforma del Tuf e sull’articolato. Non è dato quindi sapere come il Governo intenderà operare. Una sovrapposizione che non contribuisce certo a fare chiarezza”. Così Cristina Tajani Capogruppo Pd in commissione Finanze intervenendo nell’aula di palazzo Madama in sede di dichiarazione di voto sul Ddl capitali.


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