“Dopo un anno e una decina di decreti legislativi a che punto è la ‘rivoluzione fiscale’ annunciata lo scorso agosto da Meloni, Giorgetti e Leo?” Così Cristina Tajani, senatrice, capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze, in un articolo sul sito della Fondazione Demo, la fondazione culturale del Pd (www.fondazionedemo.it) “Dall’evasione monster che non ha pari in altri paesi europei, all’incertezza e all’arbitrarietà nei rapporti tra il contribuente e il fisco – sottolinea Tajani – il Governo e la maggioranza hanno proposto ricette inadeguate, ispirate all’idea che le tasse siano un sopruso se non addirittura un ‘pizzo’ estorto dalle istituzioni ai cittadini.”
“Nel merito la delega fiscale del governo Meloni – sottolinea la senatrice Tajani – accentua il carattere frammentario del sistema fiscale e non abbandona lo sciagurato orizzonte della Flat-tax vigente per una crescente platea di lavoratori autonomi. Un modo per fare parti uguali tra disuguali, quella che secondo la famosa massima di Don Milani è la peggiore delle ingiustizie.” . “Insomma una delega ingiusta ed iniqua, basta confrontare le diverse categorie di contribuenti, a parità di reddito, supponiamo 50.000 euro, scopriamo che su un lavoratore dipendente grava un onere contributivo 1,6 volte più alto di quello di un percettore di dividendi, di 2 volte superiore rispetto a chi dà in fitto i propri immobili con la cedolare secca e di 2,8 volte maggiore di quello di un professionista in regime forfetario”. Tajani conclude: “E’ allarme sulla sostenibilità per le finanze dello Stato, tanto che la misura più importante della delega, ovvero l’accorpamento delle aliquote Irpef, è stata finanziata solo per un anno e scopriremo in autunno come e se verrà rifinanziata”.


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