“Il decreto legislativo del governo sul riordino del settore dei giochi è per il Pd assolutamente insufficiente nell’affrontare le criticità e i problemi che sono stati denunciati anche dalle associazioni e dagli enti del Terzo settore.
Il volume totale dei giochi d’azzardo nel 2023 ha superato la cifra di 150 miliardi di euro. Quaranta in più rispetto al 2019, quello che ha preceduto il biennio del Covid-19. Nell’online, il balzo è stato enorme: dai 36 miliardi e 388 milioni di euro, sempre della vigilia della pandemia, a oltre il doppio, ovvero 85. Di fronte a questi numeri servono scelte responsabili e invece nel decreto ci sono disposizioni che consentono il ritorno della pubblicità per i giochi d’azzardo e che aggravano, di fatto, i rischi del gioco d’azzardo patologico. La formula utilizzata con la quale si prevede che la pubblicità sia diffusa “per la sicurezza del gioco”, evidenzia un palese aggiramento delle disposizioni di interdizione della pubblicità dei giochi, in ogni sua forma, introdotte dal legislatore dal 2019.
Nessuna concreta misura, inoltre, è stata prevista per contribuire all’incremento delle risorse da destinare alla tutela della salute, a partire dal finanziamento del Fondo per il gioco d’azzardo patologico.
Ma soprattutto non ci convince la soppressione di fatto, dell’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, costituito dal 2016 presso il Ministero della salute, per fare posto alla Consulta dei giochi pubblici presso il Ministero dell’economia e delle finanze, nella quale trovano posto anche i rappresentanti del comparto dei giochi, con conseguenti possibili rischi sul processo decisionale in tema di salute e ricadute negative in termini sociali e sulle famiglie. Tale scelta mette in primo piano l’aspetto economico del gioco pubblico, trascurando completamente il diritto alla salute del cittadino. Per questo motivo come Pd in commissione, con i colleghi Boccia e Losacco abbiamo presentato un parere alternativo a quello del governo”. Così la senatrice Cristina Tajani, capogruppo Pd in commissione Finanze a Palazzo Madama.


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