“Il ministro Giorgetti, nell’audizione odierna, non ha fugato le nostre preoccupazioni sulla dismissione delle quote di partecipazione del MEF in Poste italiane Spa”. Lo afferma la Senatrice Cristina Tajani, capogruppo del PD in commissione Finanze e Tesoro al Senato, che prosegue: “La decisine è stata infatti adottata senza chiarire la quota precisa che verrà messa sul mercato e quali siano i proventi stimati da tale cessione né quali siano le stime dei proventi e delle perdite di dividendi derivanti dalla dismissione, e soprattutto senza chiarire al Parlamento e al Paese quali siano le ricadute industriali ed occupazionali attese da tale dismissione”.

“Le organizzazioni sindacali dei lavoratori di Poste italiane Spa, spiazzate dalla inattesa decisione del Governo – prosegue Tajani – hanno iniziato a manifestare la loro totale e ferma contrarietà all’ipotesi di dismissione. La vendita della partecipazione del MEF in Poste Italiane Spa, prefigura un impatto economico ed occupazionale per la più grande azienda di servizi del Paese, farebbe perdere allo Stato anche circa 250 milioni all’anno di dividendi derivanti dalla partecipazione in Poste. Dalle prime stime che circolano tra esperti del settore, la vendita, ai prezzi attuali, dell’intera partecipazione del MEF, genererebbe un introito di circa 4 miliardi di euro, ossia un controvalore molto al di sotto del reale valore del patrimonio dismesso. È anche per ragioni economico-finanziarie, oltre che per l’impatto sociale” conclude Tajani “che siamo preoccupati per la scelta del Governo.”


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