“Invece di difendere pensionati e lavoratori fragili costretti a ricorrere alla cessione del quinto, strumento di prestito fondamentale per chi non ha accesso ad altre forme di credito, la maggioranza si schiera dalla parte delle banche e delle finanziarie”. A denunciarlo è la senatrice Cristina Tajani, capogruppo del Partito democratico in commissione Finanze.
Il riferimento è agli emendamenti, attualmente in discussione presso la Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato, nell’ambito dell’esame della Legge di Delegazione Europea 2024 (Atto Senato n. 1358).
“L’emendamento proposto da Garavaglia e Borghi, legato alla recezione della Direttiva sul credito ai consumatori, mira a escludere il rimborso delle spese anticipate (upfront) in caso di estinzione anticipata del prestito. Questa misura penalizzerebbe fortemente i consumatori, rendendo i prestiti con cessione del quinto meno convenienti e spostando ulteriormente l’equilibrio a favore delle banche e delle finanziarie”. Una proposta simile era già stata presentata a dicembre scorso dai senatori Garavaglia e Borghi, ma fu ritirata a seguito delle numerose critiche.
“Altrettanto gravi – denuncia Tajani – sono gli emendamenti dei gruppi di maggioranza volti ad escludere dall’ambito di applicazione della Direttiva europea sul credito ai consumatori (CCD2) i servizi Buy Now, Pay Later (BNPL). Questa esclusione lascerebbe i BNPL in una zona grigia normativa, privandoli delle garanzie di trasparenza e controllo previste per il credito tradizionale”.
“Questi servizi – continua la senatrice dem – sono sempre più utilizzati da giovani e famiglie con meno risorse. L’esclusione rappresenterebbe un rischio concreto di sovraindebitamento per molti consumatori. Auspichiamo che questi emendamenti vengano ritirati o respinti dalla Commissione perché aumenterebbero le difficoltà economiche di migliaia di cittadini, spostando ulteriormente l’equilibrio verso gli interessi di banche e finanziarie. A breve presenterò un disegno di legge volto proprio a contrastare il sovraindebitamento di cittadini economicamente fragili, che vanno sostenuti dalle istituzioni e non gravati da ulteriori costi e rischi, come invece sta facendo la maggioranza”.