“Sulle modifiche al regime fiscale dei cosiddetti “cervelli” che scelgono di rientrare in Italia, il Ministro Giorgetti sceglie di non rispondere. Oggi nel corso del question time al Senato, sollecitato da diversi gruppi di opposizione, il Ministro si è limitato ad evocare “abusi” nell’utilizzo della norma (perché non aumentare i controlli allora?) e a riferire che non esiste ancora un testo definitivo del decreto legislativo sulla fiscalità internazionale che conterrà la riforma della disciplina degli impatriati. Una risposta elusiva che non rassicura le migliaia di lavoratori e lavoratrici qualificati che nel corso del 2023 hanno pianificato il rientro e rischiano di rimanere esclusi dal beneficio fiscale.
Come gruppo del PD vigileremo sulla coerenza del decreto legislativo di prossima emanazione con la delega fiscale approvata ad agosto. Nella delega infatti non si prevede una revisione di questo specifico regime. Revisione che, oltre a penalizzare i diretti interessati, rischia di avere impatto negativo sulle regioni del Sud, rispetto alle quali il “premio fiscale” è maggiore, ma anche sulle aree metropolitane più competitive, come Milano.
Secondo i dati del Comune di Milano, infatti, anche grazie al regime fiscale vigente, dal 2018 al 2022 sono rientrati trasferendo la propria residenza in città 15.370 lavoratori e lavoratrici. Nella stragrande maggioranza giovani famiglie con figli piccoli.
Nel solo 2022, i rientri a Milano sono stati 5.303.
Non si comprende perché il paese voglia privarsi del contributo di questi concittadini che scelgono di rientrare proprio quando l’Istat, con i dati pubblicati oggi, certifica un calo delle nascite senza precedenti”. Così la senatrice Cristina Tajani, capogruppo Pd in commissione Finanze a Palazzo Madama.


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