La bozza del Piano di gestione del lupo del Ministero dell`Ambiente, che potrebbe prevedere l`abbattimento di esemplari di questa specie e di cani vaganti, ha sollevato clamore nell`opinione pubblica e portato di nuovo all`attenzione delle ístítuzioní il problema delle gravi carenze nell`implementazione di quanto previsto dalla normativa nazionale per la prevenzione del randagismo.
Per rispondere alle presunte esigenze di alcuni allevatori che, pur non avendo spesso adottato le più elementari misure di prevenzione, come recinzioni e ricoveri notturni, lamentano predazioni del loro bestiame, sarebbe quindi stata considerata un`ipotesi di deroga non solo allaLegge 281/1994 sul randagismo, ma anche alla specifica tutela garantita alla fauna selvatica protetta dall`ordinamento nazionale e dalle direttive europee.
Una deroga che, oltre alla diretta conseguenza dell`uccisione indiscriminata di animali, ne avrebbe un`altra altrettanto grave e indiretta, facilitando di fatto le attività dei cacciatori di frodo. Dei 1500 esemplari di lupo presenti in Italia, circa 300 vengono uccisi ogni anno da bracconieri in condizioni di sostanziale impunità, come sembra suggerire anche il servizio trasmesso qualche giorno fa
dallatrasmissione televisiva Le Iene.
Randagismo, bracconaggio, zoomafie, sono fenomeni collegati, che possiamo affrontare efficacemente solo adottando un approccio integrato, partendo dall`effettiva e omogenea implementazione della Legge 281/94.
Propongo l`immediata istituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, composta da rappresentanti con esperienza in materia del Ministero della Salute, degli Interni, delle Regioni e dell`Anci, in modo da rafforzare il coordinamento fra le istituzioni – dell`Ordine dei veterinari e degli Istituti zooprofilattici – per contribuire con le specifiche competenze necessarie – delle Forze dell`ordine -fondamentali perché siano effettive siale sanzioni per chi abbandona sia le indagini sui canili lager – e delle associazioni animaliste – per assicurare un`adeguata tutela degli animali abbandonati, ponendo al centro il benessere degli animali e con l`obiettivo di sradicare quest`indegno fenomeno strutturale.
Innegabilmente, il problema fondamentale sono gli abbandoni e da questo dovrebbe partire il programma, promuovendo le adozioni responsabili, con l`obbligo di chippatura degli animali da parte dei venditori, e ponendo fine all`impunità attraverso il completamento del registro dell`anagrafe canina.
Parallelamente, è necessario un impegno concreto perché non aumenti la popolazione di animali abbandonati, sovvenzionando le sterilizzazioni dei cani senza padrone o liberi e dei cani di famiglia, con convenzioni
con i veterinari liberi professionisti – dove le Asl non abbiano le strutture o il personale per effettuarle – con tariffe agevolate o meccanismi premiali. Potrebbero essere offerte, ad esempio, visite veterinarie
gratuite a chi si avvale del servizio, chiedendo invece un modesto contributo di solidarietà a favore degli animali abbandonati acni scelga di non usufruirne.
Una misura che non solo comporta una significativa riduzione delle speseper gli enti locali nel medi() e lungo periodo, ma che neutralizzerebbe anche il crudele business dei canili lager, fiorito grazie alla mancata implementazione della legge 281/1994.
Sono convinta che il Governo potrà valutare utilmente la prima stesura del progetto, che identificale fasi, le azioni, gli obiettivi e i costi, comunque inferiori a quelli che Stato, Regioni ed Enti locali attualmente sostengono. Un progetto che può sradicare un fenomeno inaccettabile, che implica gravi sofferenze ai tanti animali abbandonati da irresponsabili che violano la legge – con conseguenze anche per la salute pubblica e la sicurezza stradale – e che arricchisce persone senza scrupoli, che realizzano ingenti profitti a spese dei
contribuenti e sulla pelle degli animali.


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